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Di Maria Arcieri
Non vediamo l’ora che arrivino le vacanze di Pasqua, e dopo quelle estive. E’ sempre la solita solfa. In questi giorni siamo rientrati tardi la sera. Poi, abbiamo mangiato tanto. Poi, abbiamo giocato a carte fino alle primi luci del mattino. E’ un lusso. E ora? Rimbambiti, siamo rientrati. E dopo aver assaporato il tempo libero durante le festività natalizie e il clima di convivio. Ora, per molti di noi, è tutto veramente deprimente. Ma è tuttavia la realtà. E lo stress che da sempre provoca, irritabilità, stanchezza diffusa, tachicardia, disturbi del sonno, sudorazione eccessiva. Ma qualcuno deve pur farlo. Il rientro dalle vacanze è più dannoso che andare a lavoro. Possiamo riscontrare anche i sintomi vicini al jet-lag, perché le vacanze natalizie sono in grado di alterare il nostro orologio biologico. Quindi sarebbe meglio pensare alle prossime? O sarebbe meglio ringraziare il Signore di aver potuto vivere alcuni giorni di feste, pensando magari a chi non le ha potute avere? O ancora meglio, sarebbe stato aver aiutato i più svantaggiati a vivere un pasto decente nelle mense della Caritas, e magari non avere più le solite mosse da rientro dalle vacanze come chissà che sacrificio dovessimo affrontare! Il tutto è perché siamo abituati a staccare la spina dalla quotidianità che detestiamo. Staccare la spina per poter lasciarsi andare ai nostri vizi o peccati e quindi rientrare sulla scia normale ci provoca un malessere che svanirà alla prossima vacanza…