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Il primo blog dell’anno parlerà di com’è il nostro stato d animo. Era o è pessimo ma, magari la speranza (nel senso di augurio e non di cognome), è sempre la parola successiva a depressione. Le chiese si sono gremite di fedeli in questi giorni ma non come dovrebbero essere. Come mai? Forse perché il Papa parla di sacrifici e sui ministri ne vediamo ben pochi. Forse perché vorremmo che fossero più francescani nel senso pratico del termine. Forse è di questo che abbiamo bisogno per poter vedere applicata la pulizia materiale di cui parla ogni giorno il Papa? Molti giovani evitano di varcare la soglia della chiesa per non assistere alla ricchezza delle chiese e dei preti o dei sacerdoti. “In che senso?” ho chiesto. “Hanno la macchina, vanno in palestra, viaggiano sempre, non pagano Imu, Ici!” Cosa dire? “Bisogna andare in chiesa perché lì c’è il Signore e la fede è un dono e queste cose non le giudichi” ho risposto. Però si rischia di viverla a testa bassa, (mi sono detta, come fanno i chassidrici). Perché le persone che si rivolgono alla “Caritas” non hanno nessun privilegio? Per la maggior parte di questi signori che puntano il dito agli ecclesiastici dovrebbero devolvere i loro stipendi per aiutare queste persone. Come del resto, da più parti si sta cercando di farlo con onorevoli. Ho notato in una delle mie confessioni, (parlo sempre con preti e sacerdoti per cercare di capire), come a volte non rispondono ai miei interrogativi. Quindi esco delusa perché se mi confronto con amici atei devo essere in grado di rispondere. Difendo la chiesa finché ricevo da loro delle risposte, ma se queste non arrivano? Tutti noi credenti praticanti portiamo la parola di Dio e la dovremmo praticare nelle opere. Ma se non possiamo rispondere al fratello non credente perché il ministro di Dio non ci dà risposta, diminuisce il numero delle persone che varcano la soglia della chiesa.