I non uomini nell'era del post umanesimo

Scritto da  Pubblicato in Francesco Bevilacqua

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francesco_bevilacqua.jpgA Pietra di Fota, nei boschi di Decollatura, invitato dal MASCI, il movimento degli scouts adulti, nell'ambito di una tre giorni dedicata al tema "Per un nuovo umanesimo", ho parlato di "Non uomini nell'era del Post-umanesimo". Ho sostenuto che viviamo in un'epoca post-umana (o forse potremmo dire sub-umana), in cui la Terra è popolata da non-uomini, ossia automi consumatori, egoisti ed edonisti, condizionati dai mezzi di informazione di massa a comportamenti ossessivi-compulsivi. Il comportamento più nefasto è quello dell'ipertrofia del desiderio: possedere beni superflui e, subito dopo, volerne degli altri. Parafrasando Cartesio, potremmo dire: "consumo dunque sono". Naturalmente tutto questo mette al bando valori antichi tipici dell'umanesimo (sia cristiano che laico) come il senso critico, l'altruismo, la solidarietà, la cura del creato, la pietà, la compassione, la spiritualità, il senso del sacro,la responsabilità etc. Nell'ottica post-umana, ciascuno è chiamato a realizzare una impossibile libertà individuale assoluta, che, lungi dal produrre una autentica libertà di scelta, si traduce in una omologazione di massa. Ho parlato di due libri "profetici", che in diverso modo avevano preconizzato quest'era. "1984" di George Orwell, nel quale l'autore immaginava una società assolutista dominata dalla costrizione proveniente da una dittatura esplicita. "Il mondo nuovo" di Aldous Huxley, nel quale l'autore preconizzava invece l'avvento di una società dominata da una dittatura silenziosa basata sull'informazione bugiarda e condizionante, in cui gli uomini vivono apparentemente paghi della loro adesione a modelli consumistici ed edonistici verso i quali vengono indotti. Scriveva Huxley ad Orwell: "La sete di potere può essere soddisfatta nella sua pienezza inducendo le persone ad amare il loro stato di schiavitù".

 

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