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La situazione economica nelle Regioni del sud è drammatica: lo ha detto il ministro per gli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta, aprendo alcuni giorni fa i lavori della giornata di lavoro "Verso sud - per una strategia di sviluppo", nel corso della quale il nostro presidente Oliverio ha proposto un new deal per il Mezzogiorno. Lanzetta ha ricordato che tra il 2008 e il 2013 al sud sono stati persi 600 mila posti di lavoro, il Pil è sceso del 13,3%, gli investimenti del 33% e secondo le ultime stime tra il 2012 e il 2065 4 milioni di residenti al Mezzogiorno e alle isole lasceranno quelle terre.
Ogni anno - ha osservato il ministro - 5 mila giovani lasciano l'Italia: sono medici, ingegneri, traduttori, economisti, che hanno ricevuto offerte di lavoro in altri Paesi e che sono costati al nostro Paese tremila euro a semestre solo per gli studi universitari. "Occorre un impegno che metta da parte i particolarismi regionali, serve un maggiore coordinamento e lo sviluppo di infrastrutture e dei trasporti: non è possibile che mentre i treni per il nord siano tanti e ad alta velocità, per raggiungere Bari da Napoli servono da 4 a 6 ore", ha osservato Lanzetta. Per far ripartire 'Italia, data "questa crisi profondamente strutturale", serve un Piano di intervento con un'ottica molto diversa da quella che continua ad essere perseguita negli ultimi anni: lo ha detto il presidente dello Svimez, Adriano Giannola, intervenendo allo stesso convegno. "Non bisogna parlare di tornare alla crescita bensì fare politiche di sviluppo", ha ammonito Giannola, secondo il quale le politiche di sviluppo devono "tornare al centro, come fu negli anni 50 e 60. Il problema non è mettere soldi in tasca alla gente per consumare, ma sono gli investimenti". Altro punto strategico, per il numero uno dello Svimez, è la creazione di una strategia euromediterranea "che abbia contenuti". "Italia, Grecia, Spagna, sono il fronte sud – ha osservato Giannola - di un'Europa che si sta sgretolando, con un fronte nord che si sta irrobustendo". Infine, il presidente Svimez ammonisce a stare attenti a creare macroregioni, "che sarebbero inattuabili. Giusto invece il coordinamento tra Regioni, superando il regionalismo astratto e ghettizzante e realizzando una leale collaborazione".
Si chiude cosi’ l’anno, nel segno cioe’ di un rinnovato pessimismo e non ci resta che sperare ed augurarsi che all’orizzonte del nostro Bel Paese si stagli un nuovo Roosevelt. Difficile, ma sperare non costa niente. Per ora tanti auguri a tutti per un felice 2015.