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Mentre impazza da giorni e settimane il balletto delle dichiarazioni, dei pareri, delle polemiche sulla possibilita’ che la Giunta regionale in carica possa o meno nominare i nuovi Direttori generali di Asp e aziende ospedaliere, resta insoluto il problema di fondo: manca ancora il nuovo commissario alla Sanita’.
Nei giorni passati si e’ letto un interessante articolo sul parere reso dall’avvocatura distrettuale dello Stato sulla possibilita’ di nomina da parte dell’esecutivo Stasi. La contraddizione in quanto detto dall’avvocatura riguarderebbe la non compatibilità dichiarata dall’Avvocatura distrettuale tra quanto affermato legislativamente in tema di esercizio della Giunta regionale dimissionaria e il potere di nominare i commissari straordinari da preporre temporaneamente alla gestione delle aziende della salute, divenute sprovviste di organo gestorio. Alla Giunta regionale rimane l’obbligo di provvedere alla nomina di commissari straordinari a tempo determinato, sì da preporre alle aziende della salute il soggetto gestore cui affidare, in attesa del perfezionamento delle nomine dei direttori generali, i corretti adempimenti istituzionali indispensabili per la tutela della salute dei cittadini, altrimenti a rischio, ma soprattutto il conseguimento vigilato del rientro sotto l’egida dell’ente regionale tenuto all’adempimento caratteristico.
Il punto di fondo resta, pero’, come detto sempre quello: Palazzo Chigi e Ministero ancora non ci fanno sapere niente sul nuovo commissario. Agosto e’ passato, siamo a settembre ed agiscono ancora i sub commissari, in maniera indisturbata (a prescindere se i loro interventi siano nel merito giusti o sbagliati). Rilasciano dichiarazioni, sono quotidianamente destinatari di note della politica, sono su giornali e siti web, polemizzano con assessori e consiglieri regionali, partecipano a riunioni per “salvare” non si sa neppure che cosa. Insomma un’altra anomalia di questa nostra martoriata terra: facciamo solo notare che i due sub commissari per rimanere tali dovrebbero essere formalmente confermati ma solo dopo la nomina del nuovo commissario - che ancora non c’e’ - ed, in ogni caso, a loro compete un esercizio di funzioni limitato a compiti collaborativi per soddisfare le esigenze di supporto del commissario titolare, specificatamente indicati nel relativo provvedimento che a suo tempo ne motivo’ la nomina. Niente di più, niente di meno quindi. Ma la Calabria e’ terra di nessuno e di conquista. Non c’e’ il capo, ma parlano i sottocapi che dovrebbero essere rinominati (nella migliore delle ipotesi) dal capo e nel frattempo la sanita’ va a rotoli, con i livelli minimi di garanzia per i cittadini sempre piu’ un sogno e una chimera.