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Grillo va preso sul serio e c’è una razionalità in quel che dice. La tesi è di un fine intellettuale politico come Claudio Petruccioli, che richiama soprattutto la sinistra dove dominano culture che pretendono di conoscere “il senso della storia” e il vizio è molto diffuso.
Grillo è convinto che le cose, così, non reggano e che - a breve - ci sarà un collasso, in Italia e in Europa. Se non ne è convinto al 100%, pensa in ogni caso che questa sia l’eventualità di gran lunga più probabile; e che sia, quindi, conveniente affidare ad essa il successo della sua impresa politica. “Nella odierna situazione italiana ed europea, non sono molti - dice Petruccioli - che se la sentono di escludere un collasso. Se qualcuno lega a questa prospettiva le proprie fortune politiche può, dunque, indignare; non sorprendere. Non c’è nulla di ‘delirante ‘ a ragionar così. Se è questo il fondamento razionale della posizione di Grillo, al quale egli riconduce e sacrifica ogni scelta (ad esempio la risposta alle insistite offerte di alleanza da parte di Bersani) e la stessa unità del proprio movimento (le polemiche in corso sulle espulsioni) è evidente che si tratta di un ancoraggio strategico. Viene da interrogarsi su come abbiano potuto e possano prender corpo tentativi di attirare Grillo in alleanze da parte di forze (del Pd) che non danno affatto per scontato il collasso, e giocano invece tutte le carte di cui dispongono sulla possibilità di evitarlo. L’ostacolo insormontabile per una alleanza con Grillo è qui; ben più che nella generica categoria di “populismo”, indicata spesso come denominatore comune che assimilerebbe M5S e Pdl. Un giudizio evidentemente superficiale, visto che il Pdl è risultato disponibile per una soluzione di governo esclusa in modo perentorio dal M5S. Se non si rinuncia a cercare un senso logico nelle posizioni di Grillo, per quanto “assurde” possano apparire, le spiegazioni si trovano e la riflessione si arricchisce’’.