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Politica strana quella calabrese, alle prese con mille problemi, litigiosa su tutto, ma che poi – all’improvviso – in un caldo pomeriggio di questo torrido luglio ritrova unità e compattezza sulla testa di un brigante! Sì, avete letto bene: il brigante Villella, autore da morto di questo autentico miracolo, con una mozione votata all’unanimità, per far sì che tornasse in Calabria la testa del suddetto Villella. «Il cranio del brigante» deve essere «restituito alla Calabria e segnatamente al suo comune d'origine, Motta Santa Lucia, per darne dignitosa sepoltura».
Ora, il fatto che in tempi in cui l'autostrada è chiusa da quattro mesi, il lavoro non si trova, la sanità boccheggia, il problema rifiuti non è stato risolto, il turismo langue e chi più ne ha più ne metta, i capigruppo votino con singolare unanimità sulla pur nobile questione del cranio di Villella, è davvero inusuale e singolare. Non c’era altro di cui occuparsi e magari trovare una convergenza? Davvero si può pensare che quello sia il problema prioritario? Davvero si può pensare che ai calabresi in questo momento torni utile una diatriba con il Museo Lombroso di Torino (dove si trova attualmente il cranio)? Davvero si crede che il problema del Mezzogiorno trovi un cardine in una singolare tenzone tra noi e Torino sul cranio del brigante di Motta Santa Lucia? Il punto – ancora una volta – è che la politica in Calabria viaggia a velocità singolari e che la sua distanza dalla realtà vera della vita di tutti noi aumenta sempre di più. Dopo rimborsopoli era magari più utile una bella mozione votata all’unanimità che mettesse i paletti sull’uso dei fondi pubblici…E invece il cranio di Villella mette tutti d’accordo e tutti se ne tornano a casa felici e contenti. Misteri della politica nostrana…