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Le riflessioni della Via Crucis del Venerdì Santo sono state scritte quest’anno da Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, l’indimenticato vescovo di Locri. “La via Crucis per saperla scrivere, prima – ha scritto Ida Nucera - bisogna viverla. Ed anche se la Calabria non sarà nominata, sarà di certo presente in filigrana e potrà aiutarci a cogliere la piccola e tenace luce che avanza nelle tenebre odierne. Il Sud è per padre Giancarlo il crogiuolo di un’esperienza profonda e decisiva, in cui la sequela di Cristo trova la sua incarnazione evangelica più piena, nel servizio ai poveri, nella testimonianza per la giustizia e la pace, dove, in maniera inaspettata e insperata “la vocazione di Nazareth si incontra e si completa con quella di Emmaus”. “E’ testimonianza che raggiunge laicamente le coscienze, tutte, a prescindere dall’appartenenza religiosa. Si è fatto amare per la semplicità e la trasparenza dei modi, la forza vibrante dei suoi tanti scritti, la vicinanza agli ultimi e la voce profetica levata contro la ‘ndrangheta e ci ha lasciato un testimone’’.
“Per tanti aspetti – prosegue la scrittrice reggina - lo stile di Bregantini è in grande sintonia e affinità con quello di papa Francesco, soprattutto per le scelte verso gli ultimi, per le modalità pastorali, la comunicazione inedita e immediata che non potevano passare inosservate al Vaticano. Su tutte, la scelta della povertà, definita in uno dei suoi ultimi libri, ‘la lampada della povertà, come cifra di Vangelo, come tesoro da custodire, …solo da un cuore semplice e povero può generare la poesia. Perché sgorga dalla verità e dal dolore condiviso della vita. La gratuità è la nota che regge la povertà. E’ lo stile, dice padre GianCarlo, che si fa gratitudine con relazioni serene, fraterne, amabili,…specie in un mondo di infelicità quale quello che oggi stiamo costruendo, forse perché stiamo puntando troppo sui beni materiali”. Brava Ida Nucera, buona Pasqua a tutti voi e noi.