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Finalmente c’è un dato scientifico su come viene raccontato il Sud d’Italia: bisogna ringraziare l’editore Carocci che ha avuto il coraggio di pubblicare un bel libro su un’importante ricerca di Valentina Cremonesini e Stefano Cristante, i quali hanno realizzato un'opera meritoria. Dal 1980 in poi sono andati, infatti, a vedere come veniva "narrato" il Sud attraverso le notizie del Tgl Rai delle 20, il più seguito. A questa rilevazione hanno aggiunto quella relativa al modo in cui del Sud si è scritto e discusso, nello stesso periodo, sui due principali quotidiani italiani, II Corriere della Sera e la Repubblica. La ricerca è stata pubblicata nel libro curato da Daniele Petrosino e Onofrio Romano, ‘‘Buonanotte Mezzogiorno. Economia, immaginario e classi dirigenti nel Sud della crisi’’, con una spettacolare prefazione di Franco Cassano dal significativo titolo ‘’Dell’eclettismo meridiano’’, che tutti dovrebbero leggere in Calabria. Ne riportiamo solo una breve frase: ‘’…il Sud deve smettere di lamentarsi…e trovare in sé stesso le risorse per incominciare a camminare’’.
Riandiamo alla ricerca: questi due sociologi hanno dimostrato quello che da anni sosteniamo, qui e altrove, in saggi e libri, in articoli e dibattiti, e cioè la narrazione dominante del Sud è stata propedeutica a giustificare le scelte negative fatte dalle classi dirigenti nazionali per questa parte d'Italia. Quasi il 60 % dei servizi riguardano omicidi, rapine, truffe e mafie, e se a questi aggiungiamo gli scandali della sanità il tema dell'illegalità svetta sull' immagine che trasmette il principale telegiornale italiano: il Sud viene dunque raffigurato come un luogo lontano, difficile, degradato e irrecuperabile, la questione meridionale è assorbita dal malaffare e dalla questione criminale. Il messaggio che viene veicolato è devastante: finché c'è illegalità e criminalità nel Sud, nessun aiuto è possibile; il crimine e il malaffare sono espressione della loro mentalità, un retaggio storico che non hanno saputo affrontare e in cui si sono crogiolati; la storia del Sud (compresa quella criminale) non si è prodotta dentro la storia nazionale, ma come un’espressione della parte cattiva della nazione.