Il Pd tra D'Attorre e Puccio

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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filippo_veltri.jpgNon c’è pace per il Pd calabrese, che sembrava avviarsi ad una normalità dopo tre anni di gestione commissariale, ed invece no…Tutto da rifare, anzi, tutto resta come prima. Scusate, abbiamo scherzato…

  Dopo un incontro, infatti, in quel di Roma il commissario D’Attorre e il segretario traghettatore Epifani hanno deciso che – dato che non c’è una unità di intenti – non si può avviare la pratica congressuale calabrese fissata per giugno, con l’elezione del segretario regionale e poi dei 5 segretari provinciali. Resta tutto nelle mani di D’Attorre, con l’aggiunta però di Giovanni Puccio, il collaboratore più stretto e fidato dello stesso D’Attorre, che avrà il compito di essere una sorta di coordinatore dei congressi che verranno.

  Insomma, tutto resta nelle mani di D’Attorre stesso sembra di capire, visto appunto che Puccio è stato sempre un’ombra del commissario-deputato. Dove c’era D’Attorre c’era Puccio… E il duo D’Attore-Puccio è presumibile che tirerà avanti per un altro annetto, fino alla primavera-estate del 2014, visto che a Roma si parla di un rinvio del congresso nazionale.

Ma il punto non è tanto più solo questo, ormai, visto l’andazzo che ha preso la discussione nazionale dopo il fallimento delle elezioni di febbraio. Non si capisce dove questo partito sembra andare e l’unica logica he emerge e’ quella che, con nettezza , ha fissato il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio: vige ormai la logica delle correnti, dei ‘caminetti’, quelli che si erano studiati a Roma per attutire i contrasti e che si e’ visto dove hanno portato Bersani e soci.

Oliverio nei giorni corsi è stato drastico: correnti e caminetti dopo aver distrutto il partito in Italia si sono avviati a compiere eguale opera anche nelle periferie dell’impero. Non si capisce, infatti, come mai se i due terzi di un partito decidono per un’assise che porti al superamento del commissariamento ed un terzo si oppone alla fine vince il terzo restante.  Come se democrazia fosse lo stesso di unanimismo. Di questo passo il Pd in Calabria riavrà a sua normalità solo quando saranno d’accordo tutti, non uno di meno. Quindi, è presumibile, mai. Cioè si parla di un partito che non esiste e che non è mai esistito, come del resto denuncia – da tutt’altra sponda rispetto ad Oliverio – Fernanda Gigliotti. Viva la democrazia! (E intanto Scopelliti se la ride….).

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