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Sembra una questione di tecnica. Ma non è così. Mentre prima si doveva eccellere nel servilismo e nella tendenza all’obbedienza “senza se e senza ma” rispetto alle indicazioni e ai capricci dei capi, ora dopo la storica sentenza che ha spazzato via il Porcellum il quadro s’è rovesciato: più sei prono a Roma anziché a Reggio, Vibo o Cosenza per accumulare consenso, più - ha scritto Aldo Varano - puoi dire addio ai sogni di potere e benefit annessi. Diventerà impossibile eleggere Scilipoti in Calabria. Dovranno faticare Galati, la Santelli e Mancini dopo così lunghe rendite di posizione. Anche la Bindi farà fatica a tornare a Roma dalla Calabria e con lei D’Attorre o l’on. Nico Stumpo che, pur essendo crotonese doc, ha costruito la sua storia politica nella Capitale. Un altro possibile terremoto, che potrà modificare in modo consistente l’intero scenario politico calabrese, è rappresentato dal destino del voto grillino che in Calabria ha conosciuto un grande exploit.
Sarà una verifica dura quella che dovrà stabilire se senatori e deputati dei cittadini che indossano la maglietta del comico genovese riusciranno a costruire liste anonime che prenderanno la montagna di voti garantita, come in passato, dalla spersonalizzazione delle candidature. Sarà importante capire se quel voto resterà aggregato o come si redistribuirà. In ogni caso e comunque andrà a finire, si cambia e già in queste ore si spezzano carriere e nascono speranze e/o illusioni mentre cresce rea i parlamentari calabresi di far durare la legislatura il più a lungo possibile. A guardarla dal loro punto di vista più si dura meglio è. Ma sarà davvero così?