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Di Battista Notarianni
E’ di grande umanità la decisione dell’amministrazione lametina di ricordare gli otto ciclisti uccisi nello spaventoso incidente stradale di due anni fa, intitolando loro una piazza. Leggendo la notizia sul sito, ho poi dato una scorsa anche ai commenti, tutti partecipi e concordi. Alcuni, con civiltà, ponevano e si ponevano delle domande. Tra queste, una mi ha trovato molto concorde e cioè quella che riguarda l’intestazione: “Piazza 5 dicembre”. Effettivamente questa intestazione è troppo generale, non ha immediatezza del ricordo, mentre l’intestazione di una piazza ha come massimo fine quello di perpetuare il ricordo, purché questo sia a portata di memoria non solo del cittadino ma anche dell’occasionale viaggiatore o d’immediata consultazione degli almanacchi (e di Wikipedia). Ho fatto una ricerca su internet: in Italia c’è una via 5 dicembre a Ravenna e una piazza V dicembre a Genova. Sulla prima, il collegamento potrebbe venire (vado per intuizione perché non ho trovato un riscontro oggettivo) dal fatto che il 4 dicembre 1944 i nazisti scapparono dalla città e il giorno dopo entrarono i partigiani del comandante Bulow (il mitico Arrigo Boldrini), sulla seconda non sono riuscito a trovare nulla sul perché quella via si chiama così.
Questo per dire che fare riferimento solo alla data può non essere sufficiente per collegare la data ad avvenimento, uomini, donne. Faccio un esempio. In tutta Italia ci sono città, paesi e cittadine che ricordano (con l’intestazione di una via, strada, piazza, piazzale) un tragico avvenimento: la strage di Nasiriyya (o Nassiriya). Tutte queste comunità (tra cui anche Lamezia) non hanno messo, per ricordare i 25 italiani caduti laggiù in Iraq, la data - 12 novembre 2003 - ma una locuzione: “Caduti di Nasiriyya”, “Martiri di Nasiriyya” preceduta dall’intestazione via, viale, piazza, piazzale perché il ricordo fosse immediato. Quanti noi, vedendo una strada intestata a via 12 novembre 2003, abbineremmo la data ai caduti italiani in Iraq?
Esistono sì vie e piazze intestate a date, ma quando quest’ultime hanno valenza mondiale o nazionale: primo maggio, XX settembre, 25 aprile (mentre 21 aprile vale solo a Roma), e così via. Piazza 5 dicembre a Lamezia avrà un significato altissimo, ricorderà dolore e commozione e solidarietà, un lutto collettivo. Ma ora, adesso, poi con il passare del tempo resterà tale solo nel cuore dei familiari degli otto ciclisti uccisi. Non è giusto. Forse sarebbe stato preferibile qualcosa di più immediato, più percepibile, come “Piazza degli otto ciclisti”. Una locuzione che con il passare del tempo indurrebbe alla ricerca o alla domanda e da qui alla conoscenza di quel terribile avvenimento.