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Lamezia: Grande città nella forma o nella sostanza?
Scritto da Lametino 1 Pubblicato in Basilio Perugini© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nel mio precedente scritto, ospitato cortesemente da”Il lametino”, nel parlare di quelle che, a mio avviso, sono state le cause del fallimento del progetto Lamezia, ho fatto riferimento, tra l’altro, all’essersi “persi in polemiche inutili ed in iniziative altrettanto inutili, lamentando inerzie altrui e dimenticando che la mancata realizzazione di quella grande Città, al servizio della Regione, che avrebbe dovuto essere Lamezia, non dipendeva solo ed esclusivamente dalle varie istituzioni sovraordinate, interessate piuttosto alla difesa della propria supremazia e dei propri interessi, né da quelle locali, tante volte condizionate da pressioni esterne supinamente accettate da chi aveva il dovere, ed avrebbe dovuto avere la forza ed il coraggio di contrastarle e di respingerle con sdegno”.
Questa mia riflessione trova la sua giustificazione nell’aver constatato una diffusa opinione, errata sia sotto il profilo della logica che sotto quello del metodo, secondo la quale sarebbe stato necessario acquisire un titolo formale (in particolare quello di provincia) perché la nostra Città si potesse considerare quella grande realtà territoriale ed istituzionale di cui da sempre si parla. La realizzazione dell’ambizioso progetto presuppone, invece, la preventiva realizzazione di quelle iniziative concrete, in presenza delle quali ne diviene automatico il riconoscimento formale. Lamezia possiede anzitutto la naturale dote della centralità in un contesto ambientale importante, costituito dai tanti Comuni che la circondano. Tutte (Lamezia e gli altri centri del circondario) realtà significative, nelle rispettive peculiarità, ma praticamente ininfluenti perché disorganiche e prive di un contesto unitario programmatico e concretamente operativo. Se ci si sforza di guardare verso un orizzonte più vasto, non si può non vedere come la realizzazione di un comune progetto che utilizzi le forze e le vocazioni di ciascuna delle tante realtà alle quali mi riferisco, e le indirizzi razionalmente al servizio di tutto il comprensorio sia la vera realizzazione della grande e moderna “Città metropolitana” leader della Calabria.
Progetto che razionalizzi ed armonizzi le singole realtà sotto il profilo urbanistico; che unifichi i servizi essenziali anche con la creazione di strutture (quali, ad esempio, quelle dello smaltimento dei rifiuti) produttive di posti di lavoro, di ricchezza ed energia; che valorizzi le vocazioni di ciascun territorio (culturali, di istruzione e formazione, artistiche, archeologiche, turistiche, termali, di cura e soggiorno, di spettacolo e di moda, ecc.) pure esse produttive di posti di lavoro e di ricchezza; che consorzi enti pubblici locali ed imprenditori per la istituzione di serie realtà universitarie, di formazione e di ricerca. In una parola un progetto ambizioso e difficile, che coinvolga istituzioni, categorie sociali, professionali ed imprenditoriali e cioè tutti, ma l’unico possibile per cambiare radicalmente una realtà altrimenti destinata ad un irreversibile regresso.