Croce di Dio Sia Lodato: l'Aspromonte è un destino
Gelida domenica della prima metà di gennaio. Aspromonte d’Oriente, dall’alto di M. Perre. Quinte dopo quinte, creste dopo creste, gole dopo gole. Sino allo Ionio lontano. E fiumare, grigi draghi sinuosi. E foreste sconfinate, intricate, dedaliche. E
Gole del Petrone: in festa fra i pastori e le capre, senza aperitivi e lounge bar
Dall’alto, le case paiono sospese nel vuoto, i tetti che digradano verso la lingua detritica della fiumara. Sullo sfondo, la pendice dirupata di Pietra Gnizzito, che s’innalza sul lato opposto della valle. Odore acre di fuochi nei camini. Esili
Gole del San Paolo, rupi del Campanaro: amare il mondo senza possederlo
Arabeschi, ghirigori, bassorilievi, cromatismi impressi sulla volta e sulle pareti. Le rupi del M. Campanaro paiono ricami di radici fusi nella roccia, bassorilievi di sabbia solidificata. Gli amici di “Boschetto Fiorito” di Antonimina, ci
Sì, fa caldo, statevene a casa. O al massimo andate al mare. Grazie. Noi “soffriamo” nelle gole dell’Alaco
“Fa caldo”, “che caldo”, “si muore dal caldo”, sono le frasi più ricorrenti che si sentono pronunciare in questi giorni, a cavallo fra luglio e agosto. Negli ascensori, come “frasi di spostamento”, secondo il lessico dell’etologo Desmond Morris