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Gli uomini negli ultimi decenni hanno preferito andare a ballare nei corsi di ballo o nei video e sculettare anziché arruolarsi o indossare giacca e cravatta. Le donne applicarsi i ricami sulle unghie e spalmarsi chili di fondotinta per sembrare migliori sui selfie. E ora mentre vediamo sportivi e civili che si arruolano in guerra in Russia per difendere i propri confini e donne che rimangono nei luoghi dei conflitti per seguire la guerra come scrittrici e giornaliste in Ucraina cosa pensiamo? Che sono coraggiosi o che sono meno superficiali? Che hanno chiuso il pc per armarsi e difendere la propria casa? O molti pensano che sia una catastrofe lontana e che non ci riguardi e che a noi spetta solo inviare le armi e accoglierli. O magari non ci sembra che accada perché è lontana da noi e quindi possiamo continuare a vivere la nostra esistenza aggiornandoci sui tamponi e sulle ultime sul Covid. Sembra che il virus ci appartenga di più come vicinanza e come problematica. Una mascherina e un tampone con quarantena di una settimana è più semplice di andare in guerra o rimanere in una terra dove scopiano le bombe.
Ma la riflessione del pezzo è se saremmo stati capaci di fronteggiare un evento allo stesso modo delle popolazioni ucraine. E cosa pensiamo del loro atteggiamento patriottico. Sembra che non vogliamo essere partecipi se non guardando ogni tanto i telegiornali e gli approfondimenti ma solo per poterne discuterne con gli amici. E’ mutato il concetto di paura? Siamo stanchi delle calamità sanitarie e economiche e siamo entrati nell'ottica di vivere giorno per giorno. Abbiamo troppi grattacapi economici che il resto ci interessa quando ne abbiamo tempo. Ci piace troppo la comodità i beni di lusso e il bello che pensare di agire come la popolazione ucraina è distante anni luce dal nostro modus operandi? Rimane il dato che sembriamo due mondi opposti. Gli uomini che vanno in guerra a morire per la propria patria e quelli che ballano con i pantaloni leggins nei video con barbette e tatuaggi a suon di disco-inferno. E le donne che raccontano al buio delle loro abitazioni per nascondersi le fasi della guerra e quelle che si incapricciano per una borsa o un trattamento tonificante. Siamo vicini di casa ma lontani nei contenuti….del resto solo un russo poteva dire che la bellezza salverà il mondo. E forse è questo che stiamo facendo. O siamo occidentali doc e la guerra non ci piaceva neanche sui libri di storia…