Latte, pane, farina...Sandokan, Gulliver, Peter Pan

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

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"Una mattina mi son svegliata" (intonava un brano) e anzichè proseguire con "O bella Ciao" in questo caso è "O spesa ciao". In quanto intuisci che devi riempire le credenze degli scaffali della cucina e del frigo e preferisci per esigenze di linea assalire i corridoi del supermercato quando non sei a digiuno. Comunque ringrazi Dio che puoi comprare il necessario per vivere. Poi inizia una vera e propria mission impossible nella scelta dei prodotti per qualità prezzo e valori nutrizionali. E iniziano varie sfide su vari fronti. Il primo è tentare di memorizzare i prodotti che ti servono. Il secondo è scriverli sul post-it. Ma dopo due termini, ti inceppi e ti convinci che non ricorderai nulla, quindi ricorri agli appunti e alla loro telenovela. Scrivi su un fogliettino che sei certa di smarrire e magari ti senti provvista di un Q.I più elevato della media (in questi momenti ti passano tutti i pensieri più disperati nella testa). E decidi di memorizzare sull’agenda del cellulare . Quindi imbocchi la strada per il negozio o per il supermercato. Terzo step a ostacoli è che ti rendi conto di trovare dei prodotti in alcuni centri commerciali  e non in altri. Ma il pensiero di entrare nella folla del negozio di generi alimentari per due volte abbassa gli zuccheri nel sangue e devi provvedere immediatamente con uno snack  per debellare la depressione che si presenta alle porte. E come Gulliver nei suoi viaggi anche tu appunti il viaggio al super, iper o semplice mercato. Dopo aver segnato tutto quello che ti necessita ti dirigi a destinazione e parcheggi.

Nel quarto step inizi a cercare il foglio degli appunti che puntualmente hai perso. Ecco il nervosismo arrivare per la memoria che decide di fare troppo spesso un viaggio. Senza ritorno. Nel quinto step speri che non ci sia una folla da “Peter pan” (anni 80’) nel giorno dell’inaugurazione. Quindi preghi il tuo angelo custode e entri. Nel successivo step, avvisti soggetti femminili che dividi in ordinate (come se andassero a una sfilata di mod ) e soggette che sembrano femminili ma non si capisce il genere. Poi un numero imprecisato di specie maschile con aria smarrita che legge per un paio di ore le scritte dei prodotti (quando non sono distratti)  dal genere femminile (da sfilata). Prosegui in questa giungla di colori, luci, scaffali e di generi umani non facilmente identificabili.  Arrivi al reparto salutista per la tua coscienza e linea  e fai l occhiolino ai dolci e familiari (con cui i quali hai una stretta amicizia da sempre) cercando  di schivare i carrelli delle indemoniate spettinate e con gli occhiali da sole. E che magari calzano una specie di pantofola per essere più veloci  e con il sangue agli occhi e lo sguardo da Psycho. Tutte si affannano  a riempire il carrello. Quindi tra una miss, un indemoniata e un  ingrifato prosegui l’impresa infinita di latte pane zucchero. E ti senti sempre più stanca triste amareggiata senza voglia di vivere. E vaghi come un anima persa spingendo  questo oggetto con le rotelle che urta con quello delle altre come se foste all’autoscontro. A un certo punto si insinua una vocina che dice, “Dopo vai a comprare qualcosa per te altrimenti arrivi a casa e piangi mentre togli la spesa dalle buste”. E se incroci un reparto di vestiti di qualunque tipo o taglia, ecco che sembra intravedere un girone del paradiso. Ti rilassi,a questo miraggio ma dopo la sosta continui il tuo pellegrinaggio e ascolti il tuo inconscio che urla, “Non ti distrarre sennò dimentichi qualcosa”.

 E d’improvviso il viso senti che si riempie di rughe che fino a stamattina non pensavi di avere. Verso la fine della corsa, incroci soggette che trasportano casse di acqua con segni di sofferenza perchè nessuno le aiuta a trasportare il peso. Hanno espressioni che sembrano uscite dalla miniere invece è solo l’ intenzione di dirigersi verso la cassa dove inizierà un altro supplizio. Della serie vuole passare ? Ogni mille anni te lo senti dire. E sembra  di aver vinto al superenalotto perché la fila ti ricorda i lavoratori in miniera anneriti e giustamente angosciati.  Per educazione (se sei rimasta umana) rifiuti l’offerta anche se stai vagando da un ora con un carrello pieno. Se invece hai le sembianze del mostro di Dussendorf e ripeti “Vorrei ma non posso,” allora, accetti la proposta. E se non sei ancora sconfitta dal numero di step che hai dovuto affrontare e perché nella borsa hai un termos di caffe e una scatola di integratori. Rimane solo la velocità frenetica dei cassieri che ti metteranno alla prova nel rush finale. E qualcuno si trasformerà in Bolt del nastro magnetico. Se sopravvivi e se riesci a mantenere il passo quando devi imbustare, altrimenti si incaz con lo sguardo, cassieri e  clienti successivi. Sei fortunata se non si trasformano con le sembianze di Sandokan perchè vuol dire che per oggi ti è andata bene.   E’ finita!  pensi! Ce l ho fatta! Sono stanca avvilita, ma il bottino lo stai trasportando e sei diventata come una delle disordinate signore che hai osservato con disappunto  all’inzio di questa impresa. E che hai scoperto solo vivendo. E se canti “Chissà chissà chi sei….” è un punto di non ritorno. Ma sai che dovrai tornare. Quindi lo scoprirai solo spesando!

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