I vaccini, la variante sudafricana e i fanta-complotti dei no-vax e dei green-pass

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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Un po’ di Storia, magari quella di altre latitudini, ci aiuta a capire meglio le problematiche; chi vuole, è nelle condizioni di fare tesoro dei fatti storici senza la dipendenza dai talk show parolai. Cito soltanto una parte, e in maniera sintetica, di quanto ha scritto Fabio Zampieri, professore associato di Storia della Medicina presso l’Università di Padova, appunto Dal vaiolo alla poliomielite: i vaccini nella storia. Tra l’Ottocento e il Novecento si scatenarono proteste in diversi Paesi europei contro la vaccinazione, in Inghilterra si costituirono delle leghe anti-vaccino; anche allora non mancarono i punti di vista differenti e le prese di posizione sull’obbligatorietà delle vaccinazioni. Il 1902 scoppiò l’epidemia del vaiolo a Cambridge (quella americana), in Massachusetts; i cittadini furono obbligarti a vaccinarsi; Henning Jacobson si rifiutò adducendo come motivazione la violazione dei diritti. Ebbe seguito il procedimento legale e venne condannato. Il cittadino Jacobson fece ricorso in appello alla Corte Suprema degli Stati Uniti che confermò la sentenza di Cambridge elaborando il seguente principio: qualora venga minacciata la salute pubblica, il bene pubblico è da considerarsi superiore alle libertà individuali; nel caso di conflitto tra diritti individuali e bene pubblico. Pietra miliare nella giurisprudenza americana: la Corte Suprema affermò la legittimità degli Stati a far rispettare la legge. La libertà individuale, quindi, non è assoluta ed è soggetta al potere dello Stato. Un altro importante avvenimento (più recente rispetto al precedente) della storia della medicina sottolineato dal professore Fabio Zampieri: “Tra il 1967 e il 1979, l’Organizzazione Mondiale della Sanità condusse una campagna di vaccinazione a livello mondiale grazie alla quale il 9 dicembre del 1979 questa malattia fu trionfalmente dichiarata eradicata [sradicata]. Ancora oggi il vaiolo è la sola e unica malattia del tutto scomparsa nella popolazione umana. E questo, appunto, grazie alla vaccinazione”.         

Per quanto riguarda la teoria complottista dei no-vax e dei no-green pass alcuni stralci del saggio La sfida populista alla democrazia liberale di Giorgio Giraudi, professore associato di Scienze Politiche all’Università della Calabria: “Il complotto è il deus ex machina del populismo; una pseudo-spiegazione a volte estremamente generica e a volte eccessivamente particolareggiata, ma sempre basata su informazioni inventate o manipolate. (…) Non è un caso che teorie complottiste e populismi s’intreccino spesso e volentieri. L’esempio più famoso è sicuramente quello dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion, un documento falso redatto dalla polizia zarista che ha nutrito la paranoia del complotto ebraico divenendo elemento di verità inconfutabile tanto nel populismo di marca nazista quanto entro la corrente razzista del populismo statunitense. (…) Dovremo domandarci se sia un caso che le recenti paranoie collettive che hanno riguardato le pratiche della vaccinazione di massa o l’esistenza di scie chimiche (…) abbiano trovato consonanza. (…) La rete con i suoi software social -Facebook, Twitter e Youtube su tutti- ha permesso un’ulteriore disintermediazione [contatto diretto senza mediazioni] della comunicazione politica. (…) Il web (…) si è rivelato essere uno strumento prodigiosamente utile per la diffusione di informazioni riservate o di vere e proprie bufale che contribuiscono non poco a creare quel clima di paranoia generalizzata e di sfiducia verso le élite e le istituzioni”. Il saggio, pubblicato nel 2017 dall’editore Franco Angeli, insieme ad altri lavori, fa parte di una ricerca più ampia su Limiti e sfide della rappresentanza politica, a cura di Davide Gianluca Bianchi, docente di European Politics all’Università di Bucarest e Francesco Raniolo, professore ordinario di Scienza Politica all’Università della Calabria.

Sono andato su GOOGLE e ho avuto conferma di quanto sostenuto dal docente dell’UNICAL. No-vax e complottisti usano tra le loro fonti il video di un sito di disinformazione che si spaccia per una tv tedesca. Presto detta la bufala: “Il vaccino del Coronavirus modifica il DNA”. Trasmissioni televisive ne hanno elencate tante altre. Le manifestazioni dei no-vax e dei green-pass, la loro disinformazione e aggressività verbale nella rete sono espressione evidente di contro-democrazia nelle piazze reali e virtuali facilmente strumentalizzabile con il rischio di deriva sociale. I limiti di questa moltitudine indistinta, permeabile alle infiltrazioni e ai condizionamenti, sono risultati evidenti. E’ opportuno che telegiornali e talk televisivi ridimensionino la minoranza chiassosa dei no-vax e valorizzino la stragrande maggioranza responsabile dei vaccinati.

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