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Se credo che solo il mio ego abbia importanza, che solo io sia il protagonista della mia vita, che il mio io sia qualcosa di unico e separato da ciò che mi circonda, tutto quel che mi accade, di buono o di cattivo, diviene sommamente importante. Se invece mi penso in termini di appartenenza a un tutto miliardi di volte più grande e potente di me, sia le gioie che le afflizioni perdono quell’importanza fondamentale con la quale oggi si camuffano e mi appaiono. Se gioisco, allora, la gioia non sarà solo per me, ma anche per ciò cui appartengo. E se soffro, il dolore non sarà solo mio, ma anche di quell’immenso essere nel quale vago come un granello di materia sperduto nell’universo.