Con la plastica vedi il prescelto

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

© RIPRODUZIONE RISERVATA

maria_arcieri_d23ae_3802d_63ae8_c7abf_6cf7d_0f295_41338_e9bd8_d1e69_33fc3_028db_fcc1c_f44b8_0f3c1_26a9d_145eb_52b3f_ea9f2_3f28e_20d3b_160f8_842c3_913e7_494d6_8b044_a4860_81582_9efd2_c1731_ad7c8_0f542_c545d_86e97_48a79__4_7f8f4.jpg

Quando capisci che ti fa male pensare troppo al mondo dei dolci e che non devi ragionare su quello che immagini possano risponderti. C’è qualcosa che non va bene. Accade quando hai cali di zuccheri nel sangue, quando ricevi un dispiacere o quando nulla di quello che ti accade e ti circonda ti rende felice. E siccome il genere umano è sempre più deludente rivolgi le tue attenzioni alle spese per il look, la cosmesi e i loro parenti e opti per il signore dei prodotti che ti darà una svolta alla giornata. Una cassetta di gelato, che poi a dir il vero, vi vedete tutto l’anno e non solo d’estate. Ma lei ti gratifica già che se la pensi. La cassetta trasparente che grazie al coperchio vedi il gusto prescelto. Ma d’estate diciamo che diventa il supplente di tutti i pasti. Quando ti inondano le prime avvisaglie di tristezza per rimuovere questa bestia rivolgi il pensiero alla marca che produce il maggiore numero di gusti e al negozio che lo vende e ti dirigi verso il luogo antidepressione.

Nel tragitto sogni la scena quando di fronte al banco frigo sarai indecisa e cercherai di orientarti per i meno calorici ma più deprimenti o per i più calorici ma con effetto immediato/ antidepressivo. Arrivi nel supermercato o gelateria selezionata dalla tua mente diabolica e ti dirigi al frigo bar o dal gelataio. Da qual momento tutti i pensieri di qualsiasi tipo scompaiono, niente ti distrae dalla scelta e soprattutto dalla grammatura che dipende dalla grandezza della coppetta che in una manciata di secondi diventa una cassetta. Davanti il frigo bar sei sola e ti tuffi per impossessarti delle due cassette preferite. La più calorica e quella light per ammorbidire la coscienza. E da quel momento non vedi l ora di rientrare a casa. Ma pensi perché non hai portato nella borsa un cucchiaino in acciaio per non aspettare tutto il tempo del rientro e anticipare l assalto e scacciare la melanconia. Poi ti rendi conto che è meglio rientrare per una questione di eleganza, e temporeggi con la scusante che potrebbe rovinarsi con il caldo. Se invece ti trovi il gelataio per la scelta, pensi sempre che non sia mai simpatico perché lo reputi troppo lento quando deve comporre la cassetta e che formula troppe domande inutili. Quindi riesci a rincasare e diventi una snob, nel senso che perdi tempo, e non pensi di avere la fretta che immaginavi prima, perché? Ti chiedi? Perchè ora sei rilassata perche hai in macchina la protagonista della gioia della giornata al modico prezzo di 5 euro.

Quindi inizia la fase due che hai rimosso fino a quel momento. In sostanza quale sarà la quantità. E inizia la fase tre, quanto ingrasso. Ma il terzo punto varia dal livello di tristezza che ti assale e se ti trovi in un banco frigo di un supermercato vuol dire che hai superato il 7 barra 8, come voto di momento leopardiano. E solo nel momento in cui stai lavando il primo contenitore per la differenziata inizia il pensiero delle calorie che come sempre andranno a occupare i primi posti nelle gambe e nelle zone più difficili da smaltire. Questo pensiero è l’unico zoccolo duro che ti fa rallentare dal togliere la plastica alla seconda cassetta di gelato. Quindi alla prima un soffio di bruttura mentale invade i bei pensieri anche perché come entrerai nei pantaloni o nel costume? In seconda istanza all’espressione delle tue amiche/nemiche che poi sono le stesse e e per qualche giorno, provi a non pensare e a rimuovere queste banali ossessioni. Poi li metti da parte e stranamente appeni intravedi l’ inf del termine infelicità nei tuoi pensieri ritorni come un automa dal detective gelataio. Ci sono anche le varianti del caso da: pasto sostitutivo, a, è senza lattosio, è lo stress e le persone che mi fanno gonfiare e non la cassetta. E’ un rapporto di amore dove manca per fortuna l’ingrediente tossico. L'Odio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA