Antiage tra rap e musica dell'anima

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

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“Che bella festa, che splendida festa tutti fanno per noi. Ma che giornata, movimentata". Cantava Raffaella Carrà in “Ma che musica maestro”. Piace, fa rimanere giovani e favorisce il relax. E’ la musica. Che potrà sembrare banale e scontato ma coinvolge molte funzioni cerebrali sia per chi suona che per chi ascolta. E l’esposizione prolungata a suoni e melodie è considerata una terapia che favorisce la longevità. In barba a tutti quelli che fanno spallucce a chi ama il pop e il rap di Eminem. Per Platone “la musica è per l'anima quello che la ginnastica è per il corpo”.

Anche perché quando nasciamo siamo già capaci di elaborare i suoni e quando invecchiamo abbiamo bisogno della musica per elaborare la plasticità cerebrale. Non solo, una particolare frequenza favorisce la rigenerazione cellulare. Non dimentichiamo che la musica è una caratteristica universale della cultura umana e la risposta neurale al linguaggio della musica in gran parte è innata perché siamo biologicamente programmati per elaborare questi stimoli complessi e ricevere delle reazioni ai suoni fino dalla nascita perché mantiene il cervello giovane e favorisce la longevità e la terapia del sound healing. In sostanza è l'attività ritmica che frena la riduzione della connettività cerebrale dell'invecchiamento, e la capacità strutturale e funzionale del cervello e può cambiare solo se gli stimoli sono prolungati nel tempo, per Daniela Perani, docente di neuroscienze all università Vita-Salute del San Raffaele. Succede anche per l'esercizio fisico, l'alimentazione e la cosmetica.

In musica la costanza è la clausola necessaria per poter avere dei benefici reali a lungo termine. E per le neuroscienze, è un anti-age per il cervello perché agisce positivamente sulla plasticità cerebrale secondo. Si pensi che durante l'invecchiamento, la plasticità neurale tende a diminuire: “La musica si configura come una strategia di arricchimento che può preservare le funzioni cognitive e la salute del cervello”, per Perani. Infatti le neuroscienze, con l'impiego di tecnologie avanzate di neuroimaging, si sono dedicate allo studio e alla misurazione degli effetti della musica sulle emozioni, sul linguaggio, sullo sviluppo e sul funzionamento del cervello. Che dire? Fiesta, Furore, disco Inferno, ergo…servono alla salute ascoltarle e ballarle sempre.

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