Maltempo a Lamezia, le reazioni della politica: "Più soldi in prevenzione e non in feste"

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Lamezia Terme – Il maltempo che sta mettendo in ginocchio tutto l’hinterland Lametino desta forte preoccupazione. Diverse le reazioni anche del mondo politico, sindacati e associazioni da tutto il territorio calabrese.

Villella (Pd): “Fondi spese per periodo natalizio siano dirottati, sono altre le esigenze straordinarie”

“’Che i fondi di riserva impegnati per le spese previste nel periodo natalizio siano al più presto dirottati!’. ‘Sine pecunia ne cantantur missae’, neanche a Natale! Ha già fatto scalpore nei giorni scorsi l’importo destinato ai festeggiamenti del periodo natalizio e ancora di più ha destato non poca rabbia sapere che parte delle spese previste  proviene dai Fondi di riserva, istituiti e finalizzati, come recita la Gazzetta Ufficiale e come riportato nel Documento Unico di Programmazione del comune di Lamezia Terme, alla copertura di spese da sostenere in caso di esigenze straordinarie o qualora le dotazioni degli interventi di spesa corrente risultino insufficienti”. È quanto afferma in una nota Felicia Villella, Segreteria PD Lamezia.

“Sembra evidente agli occhi della cittadinanza e dati i recentissimi fatti legati alle conseguenze seguite all’episodio di forte mal tempo che ha colpito la nostra piana, che siano altre le esigenze straordinarie da fronteggiare, seppure l’attuale amministrazione non abbia ritenuto necessario neanche muovere un semplice passo verso l’emanazione di una chiusura delle istituzioni scolastiche, al contrario dei comuni di Falerna e Platania, a noi limitrofi, che si sono mossi in tal senso per tempo - aggiunge - Ci chiediamo se il sindaco abbia residenza nel nostro medesimo comune e abbia contezza geografica di dove si trovi Lamezia e di quali siano stati gli enormi rischi a cui sono andati incontro i nostri lavoratori questa mattina e a quali altri enormi rischi siano attualmente esposti i nostri figli negli edifici scolastici allagati o soggetti ad infiltrazioni di cui sono ormai virali immagini e video nelle chat dei privati cittadini”.

Gianturco: "Cartellone degli natalizi, abuso fondo riserva mentre città affronta emergenza maltempo"

“In questi giorni, la giunta comunale ha deliberato il cartellone degli eventi natalizi e l’utilizzo di 107.140,00 euro dal fondo di riserva per finanziare parte delle spese per le festività natalizie, con un costo complessivo di 256.545,00 euro. Di questi, 149.405,00 euro sono stati reperiti dal capitolo 1522/0 del piano dei conti 1.03.02.02.005, ma il ricorso al fondo di riserva destinato ad eventi eccezionali per coprire la restante parte suscita una forte polemica politica, soprattutto alla luce del fatto che la decisione arriva in piena emergenza maltempo e vicina alla campagna elettorale”. A contestare con decisione la scelta è il consigliere comunale Mimmo Gianturco, che critica “l’uso di risorse destinate a situazioni di emergenza per coprire costi che avrebbero dovuto essere programmati con largo anticipo”: “Il fondo di riserva è uno strumento finanziario previsto per eventi eccezionali e imprevisti, che non possono essere previsti al momento della programmazione del bilancio. Si tratta di una risorsa vitale per far fronte a situazioni di emergenza reale, come precisano gli articoli 166 e 176 del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali). Il primo stabilisce che il fondo debba essere riservato a “spese non prevedibili, la cui mancata effettuazione comporta danni certi all’amministrazione”, mentre il secondo definisce le modalità di prelevamento entro il 31 dicembre”. “Ma possono davvero definirsi “eventi eccezionali e non prevedibili” le luminarie e il cartellone natalizio? - si chiede il consigliere - Perché non prevedere prima questi stanziamenti nel bilancio di previsione, se si ritiene che le feste natalizie siano così importanti per la città? A meno che non si voglia ammettere di non essere sicuri di poter garantire questi servizi in tempi normali”. Gianturco riconosce che il programma delle festività è positivo per la comunità, ma sottolinea che una gestione corretta delle risorse avrebbe permesso di fare di più e meglio: “Il cartellone natalizio può essere un’occasione per la città, ma deve essere gestito con trasparenza e senza ricorrere a fondi destinati alle emergenze. Se si fosse pianificato correttamente, avremmo potuto offrire un programma anche più ampio, senza sacrificare risorse che devono essere tutelate per situazioni impreviste. Questa scelta appare ancor più grave alla luce dei danni alluvionali che stanno colpendo la città in queste ore - evidenzia Gianturco - causando allagamenti, strade impraticabili e gravi disagi. La percezione di molti, specie e in queste ore, è che le risorse pubbliche vengono utilizzate per finalità di propaganda e di campagna elettorale, mentre Lamezia Terme ha bisogno di risposte urgenti e fondi per fronteggiare le emergenze reali. I recenti eventi alluvionali dimostrano quanto sia sbagliato distogliere fondi destinati alle emergenze per spese non programmate per tempo - continua Gianturco - Piuttosto che affrontare le vere priorità della città, si preferisce spendere per eventi di facciata, nella speranza di raccogliere consenso elettorale? L’amministrazione comunale dimostri maggiore responsabilità”.

“La mia opposizione a questa scelta è netta - conclude Gianturco - I cittadini meritano una gestione delle risorse pubbliche responsabile, trasparente e orientata al bene comune, non manovre elettorali che sfruttano impropriamente fondi destinati alle emergenze. A tal proposito ho ufficialmente protocollato una interrogazione a risposta scritta indirizzata al sindaco per sapere quali sono le motivazioni che hanno portato l’Amministrazione a ritenere necessario il ricorso al fondo di riserva per finanziare le festività natalizie, nonostante queste non possano essere considerate eventi eccezionali e non prevedibili; Per quale motivo non è stato previsto, in sede di bilancio previsionale, uno stanziamento adeguato per coprire le spese delle manifestazioni natalizie, evitando così l’utilizzo di fondi destinati alle emergenze. I cittadini lametini tutto questo lo devono sapere e mi batterò, anche in futuro, affinché queste risorse vengano utilizzate nel modo corretto, come prevede la legge e come richiede il senso di responsabilità verso la nostra comunità”.

Di Matteo (Exit): “Occhiuto chieda stato di calamità naturale”

“È bastata una notte turbolenta dal punto di vista delle condizioni climatiche per mettere la nostra città di Lamezia Terme in ginocchio. Le forti piogge cadute con intensità hanno provocato molti danni e vari disagi e solo per miracolo non si sono avute conseguenze tragiche per i cittadini. Non è certo da quest’ultima intemperia che scopriamo la fragilità del nostro territorio. Sono infatti anni in cui alle prime burrasche autunnali si verificano allegamenti e cedimenti di strade con tanto di voragini, tombini che saltano e fiumi e torrenti ingrossati”. Così Paolo Di Matteo, Coordinatore regionale Exit-sovranità per l'Italia. “Da anni si lancia l’allarme, per esempio, sul torrente Cantagalli ma tutti gli enti preposti puntualmente fanno orecchie da mercante. Sono anche risibili le reazioni di quegli esponenti politici che da destra a sinistra in queste ore chiedono dirottamenti di fondi destinati ad altro uso per venire incontro a tali emergenze - aggiunge - Ora se si vuol andare contro questa amministrazione comunale, nei confronti della quale anche noi di Exit siamo scontenti, va bene, che si faccia pure, ma almeno si colga il senso e la prospettiva risolutiva di quanto si afferma. Oggi si fa la conta dei danni e da quanto noi di Exit abbiamo potuto vedere, ingenti danni hanno colpito soprattutto l’agricoltura, un settore di cui nessuno si preoccupa. Occorre dunque correre ai ripari e questo significa rimborsare innanzitutto i danni, così come viene fatto in altre parti d’Italia, dove è precipuamente l’ente Regione a recitare il ruolo di richiedente presso il governo regionale. In questa fase è indispensabile che gli enti svolgano sinergicamente un lavoro volto a ricevere i dovuti risarcimenti per la calamità naturale, che Occhiuto deve chiedere immediatamente al Governo”.  “Riguardo poi al nostro comune, chiediamo al sindaco Paolo Mascaro ed a tutta l’amministrazione di provvedere alla pulizia e manutenzione di tombini, fiumi e torrenti, urge una rapida mappatura delle strade e delle zone interessate agli interventi – concludono- A troppa negligenza siamo costretti ad assistere in tempi ordinari, poi, quando giungono quelli straordinari, segnati da disagi e danni causati dalle avverse condizioni meteo, altro non si può fare che fare la conta dei disastri, quando, con una adeguata attenzione, tutto ciò non si potrebbe evitare”.

Furgiuele (Lega): “Situazione di rischio generalizzato che ancora non è rientrata”

“Seguo con apprensione la fase di disagio che sta investendo alcune tra le principali arterie viarie in Calabria, vedi la Ss280. C'è sollievo per il fatto che le voragini apertesi sul manto stradale in corrispondenza dei Due Mari non abbiano provocato vittime. Rimane tuttavia alta la preoccupazione e l'allarme per una situazione di rischio generalizzato che ancora non è rientrata. Sono in contatto continuo con le autorità competenti e con i ministeri competenti per monitorare quanto avviene”. Così il deputato della Lega, Domenico Furgiuele.

Consiglieri D’Amico e Mastroianni: “Quanto successo non può continuare a essere sottovalutato, bisogna agire subito”

“I consiglieri della Lega - Antonio Mastroianni e Antonietta D’Amico - fanno appello al sindaco Mascaro affinché venga avviata una campagna urgente e straordinaria di pulizia dei fiumi, canali, tombini, cunette e caditoie presenti sul territorio della nostra città. Quanto successo nelle ultime ore nella nostra città non può continuare ad essere sottovalutato, bisogna agire subito.Questa iniziativa si rende necessaria e mira a prevenire, proprio quanto accaduto in queste ultime ore, possibili allagamenti durante le forti piogge, compromettendo la sicurezza dei cittadini. È superfluo sottolineare l'importanza di mantenere le infrastrutture idrauliche in buone condizioni per garantire un efficiente deflusso delle acque piovane. Stessa attenzione meritano anche gli edifici scolastici nella nostra città, dove questa mattina bambini e genitori si sono trovati di fronte a  piazzali allagati o acqua che entrava dai soffitti nei corridoi  e nelle classi. Questi interventi sono da considerarsi  urgenti e non più rimandabili soprattutto in vista della stagione invernale, quando il rischio di forti piogge e allagamenti aumenta significativamente. Si sollecita quindi il Sindaco e gli uffici preposti  a voler intervenire con celerità alla pulizia e alla manutenzione delle opere idrauliche presenti sul nostro territorio  cosi come verificare anche le condizioni delle scuole cittadine al fine di scongiurare eventuali disastri naturali o situazioni sgradevoli per i cittadini”.

Scalese (CGIL Area Vasta): “È tempo di un piano strategico per la sicurezza che porta anche occupazione"

 “L’ondata di maltempo che ha colpito la nostra regione, e in particolare la Piana di Lamezia, riporta alla memoria situazioni analoghe non troppo lontane nel tempo, come l’alluvione che ha colpito Crotone, spingendoci a considerare questi episodi estremi non più una mera fatalità. Questi eventi sono il risultato di un cambiamento climatico che sta avendo impatti devastanti anche sulla nostra regione: è giunto il momento di smettere di adottare soluzioni temporanee e di avviare un piano d'azione concreto e strutturato”. È quanto afferma il segretario generale della CGIL Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese. “La sicurezza del nostro territorio è una priorità assoluta. La Regione e le istituzioni competenti non possono più limitarsi a esprimere preoccupazione, ma devono agire concretamente per proteggere le comunità e il nostro ambiente attraverso azioni mirate e interventi di messa in sicurezza delle aree a rischio, partendo dalla pulizia delle aree verdi e dalla bonifica di canaloni e tombini, con una programmazione ordinaria come scelta strategica per evitare ulteriori danni”, afferma ancora Scalese. “Interventi di tutela del territorio e contrasto al dissesto idrogeologico portano come diretta e necessaria conseguenza la definizione di un piano di sviluppo occupazionale. La Regione e il Governo devono creare opportunità di lavoro attraverso progetti di salvaguardia del territorio, rispondendo così non solo all'emergenza ma anche alla crisi occupazionale che affligge la Calabria. È inaccettabile che i nostri territori continuino a essere abbandonati, con quello che ne consegue in termini di praticabilità e sicurezza”, sottolinea ancora il segretario generale della CGIL Area Vasta. “Non possiamo più permetterci di affrontare ogni emergenza come un episodio isolato. È tempo di una strategia a lungo termine che garantisca sostenibilità e opportunità per il futuro di una regione storicamente fragile, che senza infrastrutturazione e tutela del territorio è destinata a rimanere sempre più abbandonata a se stessa”, conclude Scalese.

 Il sindaco di Cosenza Caruso: “ Vicino alle popolazioni ed un forte plauso ai soccorritori”

Nel corso della conferenza stampa per la presentazione della 21° edizione della Festa del Cioccolato, svoltasi questa mattina a Palazzo dei Bruzi,  il sindaco di Cosenza Franz Caruso ha avuto parole di conforto e di vicinanza per le popolazioni del lametino, che stanno subendo gravi disagi a seguito del maltempo che si è abbattuto sul loro territorio in queste ultime ore. “Mi auguro e spero che questo momento difficile – ha affermato il sindaco di Cosenza – possa essere superato nel migliore dei modi e, soprattutto, senza vittime o feriti gravi e che non si aggiungano altre difficoltà a quelle già presenti. Contestualmente manifesto grande apprezzamento e plauso a quanti, in queste ore, anche dalla nostra provincia e dalla nostra città, sono impegnati  nei soccorsi e nelle attività di aiuto alle comunità lametine e catanzaresi. E’ questa una manifestazione di solidarietà che mi piace sottolineare per evidenziare l’unità e la coesione dei calabresi, che, per quanto mi riguarda, rappresenta la base su cui costruire   la crescita e lo sviluppo della nostra regione”.

Partito della Rifondazione Comunista: “Crisi climatica e messa in sicurezza del territorio: ancora una volta colti di sorpresa”

“Ci sono giunte, in tutta la loro drammaticità, le notizie e le immagini dell’alluvione causata dai temporali che in questi giorni si sono verificati nella nostra Regione. In poche ore, specialmente nel Lametino, nei comuni di Cortale e Maida, sono caduti quantitativi di pioggia che solitamente vengono registrati in mesi. Ponti e strade che crollano, danni ad edifici, zone isolate con diversi cittadini costretti ad abbandonare le proprie abitazioni. È l'effetto della crisi climatica che stiamo vivendo e che in molti, a partire dal Governo, minimizzano e sottovalutano. Questo è, inoltre, il risultato di un'azione politica, regionale e nazionale, che non investe nella messa in sicurezza del territorio. Noi lo denunciamo da anni e continueremo a farlo affinché cittadine e cittadini possano vivere e spostarsi serenamente senza avere paura degli eventi atmosferici. A chi sta vivendo questi momenti drammatici, la nostra solidarietà”.

Flai Cgil Calabria: “Basta urgenze. Si lavori su manutenzione e prevenzione a partire da un piano occupazionale”

“Alle prime piogge la Calabria è già in ginocchio rivelando allarmanti fragilità da un lato e dall’altro una mancata capacità di approcciarle e arginarle. Oltre ad esprimere la nostra solidarietà ai cittadini e ai lavoratori che in queste ore sono impegnati a far fronte ai danni, così come a coloro che sono vivi per miracolo, non possiamo come Flai Cgil Calabria che stigmatizzare lacune e perseveranze istituzionali che ci mettono di fronte ad un’urgenza sistemica e strutturale, un paradosso”.  Lo afferma la Segretaria Generale Flai Cgil Calabria Caterina Vaiti. “Riteniamo - prosegue - che la prevenzione del territorio sia prioritaria e che la manutenzione ne sia una leva strategica che non può essere tirata in ballo solo quando ci sono calamità naturali. Il bacino occupazione del settore della Forestazione è ai minimi storici, con poco personale e in età avanzata. Al contrario, servirebbero assunzioni e qualificazione, oltre che l’assimilazione del comparto all’ambito della Protezione Civile”.  “Piano antincendi e mitigazione del dissesto idrogeologico sono due anelli su cui occorre fare leva con pianificazione degli interventi e investimenti. Il cambiamento climatico – fa notare Vaiti - sta rendendo sempre più difficile effettuare valutazioni basate su dinamiche stagionali tradizionali e un territorio come il nostro, soggetto a frane ed estremamente fragile dal punto di vista infrastrutturale, mette alle strette e richiede rapidità decisionale e incisività degli interventi”. “Pensare ad un piano per il lavoro che guardi in prospettiva ad un irrobustimento della rete dei comparti dedicati a manutenzione e prevenzione può essere una delle guide su cui lavorare. Certo è - conclude la Segretaria - che è finito il tempo delle urgenze e ci aspettiamo concretezza nelle risoluzioni e coinvolgimento”.

Maltempo in Calabria: l'appello del presidente di Fare Calabria, Luigi Salsini

Frane, smottamenti, crolli di viadotti e voragini sulle principali arterie stradali hanno reso difficile la situazione per migliaia di cittadini. In un contesto di emergenza, la regione si trova ad affrontare una crisi che, secondo Luigi Salsini, presidente di Fare Calabria, riflette lo stato di abbandono in cui la Calabria versa da tempo. Salsini ha dichiarato: "La Calabria in queste ore è stata colpita duramente dal maltempo, centinaia gli operatori e i volontari in campo. L'immagine è quella di una regione che versa in uno stato di abbandono, con viadotti che crollano, frane, smottamenti e voragini su arterie trafficate e principali". Nonostante la gravità della situazione, centinaia di operatori e volontari sono impegnati sul campo da ore, lavorando senza sosta per garantire la sicurezza delle persone coinvolte e limitare i danni. Il presidente Salsini ha voluto esprimere un sentito ringraziamento a tutti coloro che stanno prestando soccorso in queste difficili circostanze: "Grazie a tutti coloro che da ore stanno lavorando ininterrottamente per mettere in sicurezza le persone coinvolte". Tuttavia, la situazione richiede un intervento urgente da parte della politica regionale e nazionale. La fragilità del territorio calabrese e la mancanza di adeguati interventi infrastrutturali negli anni sono emerse in tutta la loro gravità. "La politica regionale e nazionale deve intervenire al più presto, è in rischio la vita dei cittadini", ha concluso Salsini. L'appello di Fare Calabria sottolinea l'urgenza di misure strutturali e preventive per evitare che eventi simili possano ripetersi, con conseguenze sempre più gravi per la popolazione e il territorio.

Collettivo Addùnati: "Ennesima alluvione a Lamezia: a quando la messa in sicurezza del territorio?"

"Evidentemente non bastano i rapporti delle associazioni di tutela ambientale sulla pericolosità e la frequenza degli eventi climatici estremi che purtroppo non stanno risparmiando il nostro territorio, purtroppo non è bastata neppure l'alluvione del 2018 che ha causato la morte di Stefania, trent'anni, e dei suoi bambini, Christian e Niccolò, di sette e due anni, per non parlare degli ingenti danni che quell'evento aveva causato nella zona industriale e alle aziende agricole del territorio. Passano gli anni - per l'esattezza il 4 ottobre ne sono passati sei - eppure lo scenario al quale abbiamo assistito è praticamente uguale, forse persino peggio, se non fosse per la fortuna di non piangere ancora vittime. Strade distrutte da enormi voragini, ponti caduti, campagne e aziende completamente sommerse dall'acqua, scantinati allagati e ancora paesi e frazioni isolate, sono i risultati di poche ore di pioggia battente su un territorio nel quale, nonostante l'aumento della frequenza e dell'intensità degli eventi climatici estremi, purtroppo ancora nulla si fa in termini di prevenzione. E così oltre alla quasi assente manutenzione dei corsi d'acqua e dei terreni adiacenti dobbiamo constatare la totale inerzia dell'amministrazione comunale, non solo incapace di attivare qualsiasi protocollo di emergenza in tempi utili, ma persino di disporre la chiusura delle scuole la mattina di un'alluvione. Mentre il governo centrale ritiene più importante andare spedito con il progetto del Ponte sullo Stretto che non poterà nessuna utilità alla nostra regione, il nostro territorio, fragile e non curato, continua a subire la violenza dei cambiamenti climatici. Non esistono più scuse per chi governa: è arrivato il momento di investire seriamente nella prevenzione e nella messa in sicurezza del nostro territorio!".

Palmisano (M5s): "Governo lasci perdere ‘Ponte’ e garantisca sicurezza su strade Sud, oggi tragedia sfiorata in Calabria"

“Sono vicina alle comunità calabresi, così come a quelle dell’Emilia Romagna, che in queste ore devono fronteggiare i danni gravi causati dal maltempo. Oggi è il momento del dolore e del sostegno e ringraziamento ai volontari impegnati in queste ore per liberare strade e case dall’acqua e dal fango. Ma non posso esimermi, da rappresentante del Sud Italia, nel rinnovare l’appello al governo Meloni ad abbandonare ogni faraonico e deleterio progetto, come quello del Ponte sullo Stretto di Messina, per concentrarsi invece su un’ampia manutenzione straordinaria delle infrastrutture che collegano tutte le regioni meridionali”. Lo dichiara in una nota l’europarlamentare del Movimento Cinque Stelle, Valentina Palmisano. “Questa mattina si è aperta una voragine sulla strada statale 280 che collega Catanzaro a Lamezia Terme, con un’automobilista che solo per circostanze fortuite non ha riportato traumi ben più gravi. Fortunatamente si è trattato di una tragedia solo sfiorata.  Ecco – aggiunge Valentina Palmisano – si mettano in sicurezza queste arterie di fondamentale importanza per la viabilità del Mezzogiorno, e si lasci ogni ipotesi che nulla porterebbe come beneficio a questi territori”.

Potere al popolo: "Una sola grande opera: la messa in sicurezza del nostro territorio"

"Il maltempo in Calabria provoca una voragine sulla statale 280, in prossimità di Lamezia Terme, che inghiottisce un’auto, mentre nel comune di San Pietro a Maida crolla una casa e quello di Maida rimane isolato. La stessa autostrada tra Pizzo e Lamezia è bloccata. La statale 280 che collega l’autostrada SA-RC, l’aeroporto e la stazione di Lamezia Terme con Catanzaro e l’intero versante ionico rimane interrotta. Potremmo continuare nell’elenco, ma già questo da l’idea della devastazione e di quanto fragile è il nostro territorio. Questa volta, per fortuna, non ci sono vittime come invece è avvenuto ad ottobre del 2018, quando madre e figlio di appena sette anni di età travolti dalle acque del torrente Cantagalli hanno perso la vita durante l’ondata di maltempo che aveva investito Lamezia Terme. In Calabria le alluvioni non si contano più, rammentiamo quelle degli anni ’50, degli anni ’70, per arrivare ai giorni nostri, del camping “le Giare” di Soverato, con i suoi 13 morti. E come sempre capita in Italia, i morti servono solamente per la retorica e per gli impegni solenni che non verranno mai mantenuti. Il sacrificio, il dolore di quanti li hanno amati serve solamente per quell’attimo, esso sì, veramente fuggente. Poi, il giorno dopo ritorna tutto come prima, aspettando la prossima alluvione, la prossima strage carica di morte. Tante stragi, Soverato, Sarno, Crotone, Cavallerizzo, Vibo, Giampilieri, le alluvioni del 2009 (gennaio e settembre), Reggio Calabria e per ultimo i disastri provocati dalle piogge in Emilia Romagna. L'elenco è lunghissimo ed è facile dimenticarne di città e di luoghi piccoli e grandi. Questi eventi drammatici sono destinati ad aumentare con il cambiamento climatico. Il degrado ambientale nella nostra regione regna sovrano. Lo verifichiamo quotidianamente quanto fragile è divenuta questa nostra regione per responsabilità della quasi totalità della classe politica che ha proposto e continua a proporre ed a praticare scelte di sviluppo devastanti e illusorie, come il Ponte sullo stretto, la cementificazione delle coste e dei corsi d’acqua, la mancata manutenzione delle nostre fiumare, i condoni edilizi, la politica irrazionale dei porti e l’inesistenza di qualsiasi politica che salvaguardi le are interne, i suoi boschi che consenta il reinsediamento degli uomini, per evitare anche gli incendi estivi e per impedire che le nostre montagne diventino, come sta avvenendo, terreno esclusivo delle multinazionali delle energie rinnovabili che le stanno invadendo con tantissime pale eoliche. Scelte politiche neoliberiste operate dalle giunte regionali della Calabria, fatta qualche eccezione come la legge Quadro regionale paesaggistica (QTRP) del 2010, riconducibili al modo di produzione capitalistico che di fatto distrugge il pianeta ed è per questo che bisogna distruggere il capitalismo. Fondamentale è uscire dalla logica dell’emergenza per passare a quella della prevenzione destinando risorse per realizzare interventi di messa in sicurezza e prevenzione del rischio. Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha quantificato in circa 26 miliardi le risorse per realizzare questi interventi sull’intero territorio nazionale, sperando che nel frattempo non si verifichino ulteriori interventi dannosi per il territorio. La “prevenzione del dissesto idrogeologico” dovrebbe essere, in un paese come l’Italia, la priorità assoluta per l’attività ordinaria di cura del territorio, finanziata con strumenti ordinari di spesa pubblica. Il Governo lo scorso marzo ha istituito il regolamento di un “Fondo progettazione per la mitigazione del rischio idrogeologico”, dimenticando però di metterci i soldi. Infatti, lo ha finanziato retroattivamente per il triennio 2022-2024 per soli 5 milioni di euro l’anno! Per intenderci: 15 milioni (in tre anni) a fronte di un investimento dovuto pari ad almeno 26 miliardi. Nemmeno con il PNRR si è previsto uno stanziamento adeguato. Infatti, dei circa 2 miliardi e mezzo stanziati inizialmente (pari al 10% dei 26 miliardi citati in precedenza), a marzo, nel Decreto di revisione del PNRR, il Governo ha fatto sparire, con una sorta di gioco di prestigio, buona parte di tali risorse, che si sono stanzialmente dimezzate. Noi riteniamo che il Sud ha necessità di una sola grande opera, che non è il Ponte sullo Stretto per il quale sono stati destinati 14 miliardi di euro, ma al contrario la tutela e messa in sicurezza del territorio attraverso un piano di risanamento che occupi centinaia di migliaia di giovani".

Legambiente Calabria e circolo Legambiente Lamezia: “Non è maltempo, è crisi climatica. Necessario attuare una corretta transizione ecologica e mettere in sicurezza i territori fragili”

"In Calabria i comuni di Maida e di San Pietro a Maida sono isolati per l’esondazione di un torrente ed il crollo del ponte stradale che lo attraversava, sulla strada SS280, una delle principali arterie della nostra regione, si è aperta una vera e propria voragine che ha inghiottito un’autovettura. Ci sono forti disagi nella circolazione oltre a case ed immobili commerciali allagati. Si parla di maltempo, ma siamo di fronte agli effetti della crisi climatica che stanno diventando sempre più accentuati e frequenti ed hanno subito un esponenziale incremento in intensità, evidente a tutti, che deve preoccuparci per la velocità di evoluzione. Dagli ultimi dati Arpacal, le piogge registrate nella stazione pluviometrica Catanzaro-Janò, dalla mezzanotte sino alle ore 17 del 19 ottobre, sono state di 102mm, una quantità di acqua pari a quella che si registra in tutto il mese di ottobre in media nella stessa area. Analizzando gli eventi climatici estremi che si sono verificati in Calabria, dal 2010 al 20 settembre 2024 si registrano 105 eventi su 2.214 totali in Italia. Tra questi, i principali riguardano 41 allagamenti da piogge intense, 28 danni da raffiche di vento e trombe d'aria, 13 danni alle infrastrutture, 9 frane da piogge intense e 18 vittime.  I territori calabresi, come altre regioni a partire dall’Emilia Romagna, con i suoi tragici eventi alluvionali, stanno subendo stravolgimenti climatici che impongono di intervenire in fretta per mettere in sicurezza le persone, le attività agricole, commerciali e industriali, le scuole, gli ospedali, le infrastrutture. Soprattutto in Calabria dove spesso si è costruito troppo, male, in maniera abusiva e senza adeguati controlli per quanto riguarda le infrastrutture. L’obiettivo fissato dagli accordi di Parigi del 2015, di contenere l’aumento di temperatura del Pianeta al massimo 1,5, sembra già una chimera. I dati ci dicono che in Calabria, la scorsa estate, la temperatura è aumentata di oltre 2 gradi rispetto alla media e che quella del mare Mediterraneo ha superato i 30 gradi con la possibilità sempre più concreta di sviluppo dei Medicane, i cosiddetti uragani mediterranei.  Si tratta di record destinati, purtroppo, ad essere superati: per il futuro ci attende un’alternanza di ondate di calore ed eventi meteorici estremi. La siccità prolungata che ha colpito negli ultimi mesi gran parte della nostra regione con effetti gravi sul settore agricolo è l’altra faccia della medaglia delle precipitazioni atmosferiche alluvionali che stanno impattando sul fragile territorio calabrese. La realtà temuta che le istituzioni non vogliono vedere nella sua chiarezza, sta irrompendo con tutti i suoi effetti negativi trovando, nonostante annunci e dichiarazioni, quasi tutti impreparati agli impatti crescenti sul clima e sugli ecosistemi, sui luoghi e sulle popolazioni che vi risiedono. La realtà sta dimostrando che è indispensabile cambiare modello di sviluppo e realizzare, molto velocemente, la transizione ecologica per raggiungere, nella maniera più celere possibile, la neutralità climatica, azzerando l’emissione di gas climalteranti in atmosfera. Un obiettivo per il cui raggiungimento è essenziale il settore energetico nel quale è indispensabile uscire dalle inquinanti fonti fossili e costruire impianti di energia rinnovabile piccoli e grandi, lavorando, allo stesso tempo sulla riduzione dei consumi e sull’efficientamento energetico. In Calabria moltissimo deve essere ancora fatto per la reale riduzione del rischio idrogeologico, ma servono interventi per mitigare gli effetti della crisi climatica ed adattare territori e città con appositi piani mettendo in atto competenze e tecnologie. Servono appositi programmi strutturali di finanziamento ed intervento per le aree urbane più a rischio - come Lamezia Terme - con interventi di messa in sicurezza e manutenzione che arrivino fino alla delocalizzazione degli edifici a rischio. In Italia, infatti, si continuano a correre rischi enormi, fino alla perdita di vite umane, perché le persone vivono in case e zone a rischio dove si continua anche a costruire. La situazione è molto pericolosa, basta pensare alla tombatura dei corsi d’acqua ed alle costruzioni realizzate in zone a rischio idrogeologico o in aree non consentite. Le soluzioni non possono prescindere dalle problematiche, alluvioni e siccità, con l’obiettivo di mitigare le emissioni climalteranti e favorire l'adattamento. In una prospettiva di adattamento al clima, ad esempio, vanno vietati gli intubamenti dei corsi d’acqua e recuperati alla naturalità ovunque possibile fiumi e fossi, creando spazi per il naturale deflusso in sicurezza delle acque durante le piogge e la ricarica delle falde, occorre  favorire la permeabilità dei suoli ed il riutilizzo delle acque piovane e delle acque grigie, eliminare le isole di calore. E' necessario ripensare le città ed i comuni rigenerandone il tessuto urbanistico, ad esempio con la creazione di tetti verdi, vasche e fontane per ridurre l’aumento delle temperature esterne oltre alla messa a dimora di alberi  in strade e piazze ed  alla realizzazione di boschi urbani".

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