© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Non è sempre vero che la città universitaria che ti adotta o ospita ti trasforma. Chi ha studiato a Napoli non diventa un mariolo o un pizzaiolo ma magari un bravo avvicato o un notaio o un magistrato. Chi ha frequentato Bologna non per forza di cose ha usato droghe o è diventato un cantautore. Magari è un artista del cinema o un primario. Chi è stato iscritto nella facoltà di Milano non sempre è un manager o un fashion victim's ma magari è un medico o un ingegnere. Gli studenti romani e fiorentini non saranno burini o schizzinosi ma professionisti semplici e preparati e ricordano con piacere o vivono la città che gli ha permesso di conseguire la laurea e non di assuefarsi a usi e costumi del luogo.
I preconcetti, i pregiudizi sono il pane degli ignoranti, dei gretti e di chi non ama pensare con la sua testa ma preferisce trasferire il concetto degli altri nella sua. Una specie di copia e incolla che evita uno spreco di energie (secondo loro) e che invece dovrebbero usarle. Invece chi osserva o giudica chi ha studiato fuori è o per invidia e così rischia di non vivere la propria esistenza perche pensa a quella degli altri. In un decennio dove si rischia di vivere la vita dei calciatori e delle starlette sarebbe bene iniziare a pensare a sé stessi. Senza copiare imitare o correre inutili sfide con il prossimo perché tanto è con noi stessi che bisogna vincerle. E non sempre è facile ma se non ci proviamo non lo sapremo mai e saremmo perdenti con tutti!