Lamezia Terme - In esclusiva in Calabria, giovedì 14 dicembre alle 21 al Teatro Grandinetti, il Balletto di Roma porterà in scena “Giulietta e Romeo” con le musiche di Sergej Prokef’ev e le coreografie di Fabrizio Monteverde. Lo spettacolo, in successiva rappresentazione anche a Catanzaro e a Palmi, avrà come solisti Paolo Barbonaglia e Carola Puddu, già nota al pubblico per la sua partecipazione al talent “Amici” di Maria De Filippi – nell’edizione vinta da Luigi Strangis – che ci racconta così il valore profondamente simbolico di un balletto eternamente attuale.
Lei ha solo ventidue anni ma balla da quando ne aveva quattro, e la sua carriera l’ha portata da Cagliari in Francia, e poi fino in Canada. Com’è stato vivere in giro per il mondo inseguendo un sogno?
“Tutti i miei spostamenti sono sempre avvenuti principalmente in funzione della danza. Non sempre è stato semplice, ma sono abituata a prendere il cambiamento come uno stimolo, e sono sempre aperta a fare nuove esperienze. Inoltre, viaggiare mi ha consentito di conoscere tante lingue, persone, realtà: lo rifarei mille volte”.
Oggi il suo impegno l’ha portata a far parte del Balletto di Roma. Come si trova in questa realtà e come è stata accolta?
“Mi trovo bene. Siamo una compagnia piccola, solo 25 elementi: io non sono ancora una étoile ma questo mi dà la possibilità di interpretare ugualmente ruoli principali. A differenza degli enti lirici, come ad esempio l’Opera di Roma, la nostra è una compagnia privata, la prima in Italia, e la cosa comporta di non avere un teatro fisso, ma di viaggiare continuamente, lavorando molto. Mi piace, ma non escludo in futuro altre possibili esperienze”.
Fra le sue esperienze professionali non si può non ricordare la scuola di “Amici” di Maria De Filippi, che l’ha resa nota al grande pubblico. Cosa le ha lasciato quest’avventura?
“Sicuramente tanti bei ricordi. Io non avevo mai fatto televisione prima, ed è molto diverso dal teatro. Non hai di fronte un pubblico ma una telecamera, e dietro la telecamera ci sono milioni di persone. Questo può dare angoscia, ma nel tempo aiuta ad abbattere tante insicurezze. Ѐ un’esperienza che consiglio a tutti perché ti cambia profondamente”.
Nello spettacolo che porterete al Grandinetti lei sarà Giulietta. Cosa le ha trasmesso questo ruolo, e quanto è stato impegnativo?
“Ѐ il mio ruolo preferito, il più complicato ma anche il più bello che ho potuto studiare e interpretare. In questa versione, creata dopo la Seconda guerra mondiale, la donna ha un ruolo predominante, più importante di quello dell’uomo – infatti si chiama “Giulietta e Romeo”, e non “Romeo e Giulietta”. La protagonista attraversa un arco di trasformazione molto ampio: dall’infanzia, in cui non ha mai conosciuto l’amore, viene trascinata verso il matrimonio combinato con Paride. Poi conosce Romeo, e vive la sua prima notte con lui. Nel secondo atto si rifiuta di sposare Paride, che non lo accetta e diventa violento: allora Giulietta si ribella, prende in mano la sua vita di donna, e si avvia alla conclusione fatale. Il focus è su di lei, e il suo vissuto nell’Italia di oggi diventa un simbolo importante”.
Era mai stata in Calabria? Cosa si aspetta da questo soggiorno?
“Non ci sono mai stata, e conosco pochissimi calabresi – uno è Luigi Strangis, appunto. So che è una regione molto accogliente, e che i calabresi hanno un gran senso dell’umorismo. Sarà tutta una sorpresa, e sono davvero molto curiosa”.
Giulia De Sensi
© RIPRODUZIONE RISERVATA