Lamezia Terme – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Nicolino Panedigrano in risposta alle dichiarazioni, comparse ieri, del direttore generale dell’Asp di Catanzaro Gerardo Mancuso.
“Neanche i reali d’Inghilterra hanno l’alto senso delle istituzioni del dottor Mancuso. Un Consiglio Comunale aperto al contributo di associazioni ed esperti? No grazie. Sua Altezza parla solo con gli “eletti”. Meglio ancora se quegli “eletti” non pongono domande precise e puntuali a cui lui non ha cosa rispondere. Perché come può spiegare che in 4 anni di sua gestione il nostro Ospedale ha perso il 30% dei posti letto? E come spiega che a Lamezia non ha aperto il reparto di Neurologia previsto da Scopelliti nel Piano di Rientro, mentre a Soverato ha tenuto in vita i reparti di Ostetricia e Pediatria che quello stesso Piano di Rientro gli imponeva di chiudere? E che può dire su Terapia Intensiva Neonatale ridotta a due soli posti culla o di Oculistica e Otorino ridotti a posti letto zero pur essendo previsti come reparti con Primario? E di Malattie Infettive trasferita nella piastra centrale con il rischio di propagare le infezioni, dei problemi con la Dialisi, con i Prelievi e con le Prenotazioni, dei bilanci che gli hanno bocciato anche per il fatto che Sua Altezza Reale non elabora come dovrebbe la contabilità distretto per distretto, impedendo ai controllori -e a noi- di verificare se ha rispettato nel nostro distretto i Livelli Essenziali di Assistenza?”.
“Ecco, è solo questa la bagarre a cui il dottor Mancuso vuole sottrarsi, - aggiunge - nascondendosi dietro un senso delle istituzioni da operetta. Perché, se davvero avesse il minimo di senso dello Stato saprebbe che la nostra Costituzione prevede fra i principi fondamentali che “La sovranità appartiene al popolo” e che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”. Le Associazioni, dunque, checché lui ne pensi, sono garantite e tutelate dalla nostra Magna Carta quali strumenti essenziali di esercizio della sovranità popolare e non hanno altro da rappresentare, se non l’impegno civico dei propri soci. Con esse hanno il dovere di interloquire tutte le istituzioni e lui, nostro malgrado, rappresenta ancora una istituzione. Se sfugge al confronto, quindi, è per ben altro: perché, nonostante la sua prosopopea, gli atti ufficiali smentiscono i risultati e gli obiettivi di cui si vanta (a cominciare dalle due bocciature degli ultimi bilanci per finire col fatto che stava facendo chiudere il Centro Trasfusionale per non aver acquistato per pochi spiccioli un termostato registratore che l’azienda aveva l’obbligo di acquistare sin dal 2005)”.
“Quanto al fatto che saremmo testa d’ariete di qualche imprecisato mandante, - continua - delegati a dire falsità e ad offrire una immagine distorta del suo strabiliante operato, il dr. Mancuso farebbe bene a indicare apertamente nomi e cognomi di questi nostri fantomatici mandanti, come noi del Comitato abbiamo sempre fatto con lui, additandolo a longa manus di Talarico, di Scopelliti e della classe politica catanzarese. Se non lo fa è perché non lo può fare, ben sapendo che noi, di certo, non abbiamo padroni. E stia tranquillo. Lo sanno anche i cittadini e tutti il dipendenti ospedalieri, che sanno anche bene chi sta mandando al macero la nostra sanità: se lui con i suoi tagli e le sue inefficienze o noi che tagli e inefficienze gli rimproveriamo per non vederlo lentamente e inesorabilmente uccidere il sistema sanitario lametino. Lui potrà anche bearsi di imprecisati riconoscimenti e tributi di stima che ottiene da Roma (se non dall’Europa o dall’ONU) e di godersi le lodi che gli tesse l’onorevole Lo Moro. Noi, - conclude - che una sola lobby rappresentiamo, quella del bene comune di Lamezia e del lametino, abbiamo però tutto il diritto di cercare di scansarne i danni”.
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