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di Tonino Iacopetta
Gli avvenimenti si accavallano in modo precipitoso riguardo a quanto da me scritto su Lamezia. Cominciamo dal sindaco Speranza che - dopo essersi pubblicamente aperto con la cittadinanza su quanto da lui fatto in sette anni di governo cittadino, ovviamente elencando le cose già fatte e quelle ancora da fare, se solo ne avesse il tempo (ma due anni non bastano) - sulla scia del finanziamento di ben trenta milioni per il Piano della città si è dichiarato disponibile ad aprire pienamente al PD. Eppure io sono scettico perché, in effetti, il PD chiede in buona sostanza che il sindaco faccia un passo indietro di quasi trecento grandi su quanto attiene al Piano strutturale, obbiettivo sulla cui realizzazione si gioca tutta quanta la credibilità di Speranza, per dire solo la cosa più importante. Tuttavia penso che con un compromesso e qualche altro boccone amaro da ingoiare da parte del PD, si potrà andare avanti.
E veniamo all’altra novità che riguarda Lamezia però inserita in un contesto nazionale, vale a dire le elezioni politiche del 24/25 febbraio. Tra le tante inaugurazioni di campagne elettorali, ho scelto di essere presente a quella dell’UDC con annesso Monti, per via del Senato. Premesso che io non ho assistito all’evento con Cesa protagonista per spirito di Partito ma solo come modesto commentatore abituale del mio giornale, dove sono uno dei tanti opinionisti, devo dire che ho assistito ad una convention molto interessante, dove si è parlato anche dei problemi di Lamezia; anzi, per questo motivo io vi ero andato, oltre che per vedere all’opera uno sei più meritevoli politici lametini e regionale che attualmente sono in attività e cioè Franco Talarico, il presidente del Consiglio regionale calabrese. Mi è sembrato opportuno che il capolista alla Camera in Calabria sia Cesa, visto il suo impegno riguardante la minacciata soppressione di ben quattro tribunali lametini che, grazie a lui, non è avvenuta al novanta per cento, salvando così il Tribunale di Lamezia. Prima dell’intervento finale di Cesa, erano intervenuti Trematerra, Occhiutto e quindi, cosa che interessa più direttamente Lamezia, Franco Talarico. Il suo intervento è stato asciutto e convincente, a riprova che finalmente la Calabria intera ha trovato un politico emergente privo di retorica e badante principalmente ai fatti. Non c’è politica che conti se in chi la fa non c’è passione, e non c’è passione che a volte faccia anche sbagliare, ma sbagliare per amore è peccato, o almeno non è peccato grave.
Certo, bisogna sapere anche votare, tenuto presente, vero record mondiale, che di Lamezia sono ventuno gli aspiranti parlamentari, pensate un po’! Intanto, io alla Camera e al Senato punterei su quei candidati che sono quasi sicuri di vincere, stando al numero di voto che prenderà il rispettivo Partito e stando pure alla posizione in lista. Non faccio nomi e non faccio inviti a votare per l’uno o per l’altro ma come lametino guarderei al cinquanta per cento alle proprie convinzioni politiche e per l’altro cinquanta a quanto potranno fare per la città i possibili eletti, realisticamente parlando, senza contare che sino alla settimana ultima che precederà il voto ci potranno essere tantissime sorprese, alla faccia degli attuali sondaggi; non che non vinca Bersani, ci mancherebbe altro; solo che bisognerà guardare come vincerà; voglio dire che alla fine la vittoria scontata di Bersani e compagnia sia un bene per l’intera nazione e non la riedizione del governo Prodi in versione più castigata. Tra l’altro, Capitan Fracassa, ovvero Berlusconi, dopo essersi giocato il primo asso che aveva nella manica cioè l’abolizione immediata dell’IMU, a cui nessuno ha dato credito, potrebbe avere un qualche altro asso che potendo fare risparmiare agli italiani un tre/quattro mila euro l’anno… Io credo di conoscerlo ma non voglio rivelarlo per non bruciarlo, perché non mi pare giusto nei confronti di Berlusconi e perché non voglio essere di parte nella veste, sia pure modesta che ricopro di opinionista. A proposito, siete in regola con il bollo dell’auto?