© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
È quanto mi sento obbligato a raccomandare al Governatore della Regione Calabria e so che il suo è un cammino difficile perché sono finiti per tutte le Regioni i tempi delle vacche grasse. Per anni e anni si è sprecato a dismisura appesantendo il debito pubblico del nostro Paese e impedendo lo sviluppo e la ripresa, perché ogni mese lo Stato italiano deve racimolare i soldi per pagare interessi salatissimi, in quanto l’Italia non gode del credito della Germania, alla quale sono richiesti interessi trascurabili per il suo pure immenso debito che ha con gli investitori internazionali. Le Regioni ora pagano lo scotto dei passati bagordi e quindi Oliverio non può contare su cospicui trasferimenti di risorse dal centro alle regioni. La Calabria poi è particolarmente sanzionata dal pluriennale commissariamento della Sanità con gli effetti devastanti del turn over e quindi della carenza di personale di ricambio per le istituzioni sanitarie calabre.
Il cammino di Oliverio potrebbe essere agevolato dai fondi europei, comunque essi si denominino, ma questi non servono ad un cavolo se non si ha personale adeguato per la loro gestione e comunque in Calabria si dovrebbe puntare su turismo ed agroalimentare di eccellenza, ma Turismo inteso in senso manageriale e non assistenziale come è stato fatto sino ad ora da parte di centro, destra e sinistra. Lo stesso dicasi per il settore agroalimentare dove non esiste alcuna filiera virtuosa pur possedendo la Calabria, in questo settore, eccellenze isolate. Certo, gli stessi calabresi dovrebbero darsi una mossa, sapere coniugare tradizione e innovazione, senza per questo fare la solita retorica del giovanilismo. A me interessa vedere gente capace e creativa, senza guardare la carta d’identità, qualcosa si vede anche in Calabria, dove però c’è il vizio di non sapere lavorare in modo coordinato. Penso alla Toscana o all’Emilia che producono eccellenze proprio in campo agroalimentare e che però sanno valorizzare al massimo i loro prodotti non facendosi la guerra tra gli stessi produttori del medesimo territorio ma lavorando tutti insieme per valorizzare e difendere il loro prodotto. Olivié, datti da fare perché la strada è piena di ostacoli e buche!