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E passa e spassa sotto a sto balcone… da una bellissima canzone napoletana di Renato Carosone ma che io adatto ai passa e spassa che il nostro sindaco lametino fa in giro per la città con i giornalisti, in un pulmino per mostrare i suoi capolavori. Intanto, io passo e spasso per i luoghi da lui fatti visitare e dentro di me bestemmio a tutto vapore per i disagi che subisco, a piedi o in macchina, e non vi dico poi per quello che mi capita intorno a Piazza Mazzini dove è stato ostruito ogni minimo pertugio a favore di una cementificazione selvaggia. E poi leggo ancora sulle varie gazzette locali l’esultanza di Speranza per il fatto che la Corte di Conti di Roma (a sezioni riunite) non ha riconosciuto il dissesto del Comune lametino. E sfido io… Chi mi segue, e per fortuna sono tanti, sa benissimo la verità che io ho scritto, forse da solo, appena dopo le festività natalizie e che cioè a Lamezia sono piovute tante di quelle tasse nello stesso momento (io naturalmente tra i destinatari, e insieme a me, migliaia e migliaia di cittadini che hanno sempre pagato puntualmente) da azzerare lo spaventoso passivo che il Comune aveva con la B.N.L. sua tesoriere e che per anni aveva dovuto dare anticipi allo stesso Comune, trovatosi indietro economicamente per non avere saputo incassare quanto dovuto da tutti i lametini e non solo da quelli onesti.
E così, in un battibaleno, la B.N.L. si è vista inondare da denaro fresco versato dai soliti onesti cittadini, in misura tale da azzerare il debito pregresso del Comune e addirittura di riuscire attivo di un’altra manciata di miliardi. Questa è la verità che il “Lametino”, per mio tramiate, ha saputo dare in tempo; tutto il resto sono chiacchiere. E perciò, la Corte dei Conti catanzarese, non essendo i giudici ne ciechi e ne incompetenti, aveva ragione a dichiarare il dissesto, poi scomparso grazie a quella grandinata di tasse scagliata sugli inermi cittadini; e ha ragione pure la Corte romana a disconoscere il dissesto, cancellato appunto, da quella cura spietata cui vi ho detto. Questo sono i fatti, e mosca. Quanto agli elenchi di cose da sbandiera l’assessore speranziano coadiuvato nientedimeno che da Zaffina e Liotta, io non ho intenzione di fare il tiro al piccione ma mi pare che quanto fatto, rispetto a quanto versato dai cittadini onesti e quanto ricevuto da altre fonti, fosse il minimo indispensabile. Detto questo, e nonostante gli sforzi di Grandinetti e compagnia di rianimare questa amministrazione in stato di letargo premortale, ci dobbiamo attrezzare invece per preparare il terreno ad una nuova amministrazione a Lamezia, che alla luce degli ultimi risultati elettorali, vede il Pd al primo posto in città. Peccato che al suo interno, questo Partito, sia dilaniato da gelosie, contrapposizioni e via dicendo al punto che esprimere per sindaco di Lamezia una candidatura unitaria è un sogno ad occhi aperti. A destra e al centro si esulta pure per i risultati elettorali ma un sindaco di questa parte non vincerebbe mai al secondo turno, mentre i grillini mantengono le loro notevoli posizioni ma non vedo tra di loro nessun elemento in grado di governare la città. Situazione complicata e affascinante di cui dovremo tornare a parlare spesso.