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Ma come si fa ad autodefinirsi classe politica o classe dirigente, una come quella calabrese che assiste alla morte della propria terra, senza fare nulla per contrastare il degrado, anzi favorendolo molto per il solo egoistico interesse personale? La Calabria aveva ed ha, sebbene oramai messo in pericolo, il più ricco potenziale turistico del mondo, non avendo nulla da invidiare alla Sardegna o alla Corsica, coste a non finire e mare, tanto mare che con gli anni lo si è inquinato, senza nemmeno possedere la benché minima industria che potesse produrre inquinamento.
Anche attualmente, nonostante tutti gli allarmi, ci sono, quando ci sono, sebbene collocati male e gestiti peggio, depuratori sovrapposti a carichi inverosimili, che non riescono a smaltire i fanghi, detto terra terra, tutte le merde, prodotte in loco, e finiscono in mare e si accumulano nel fondo, per la delizia estiva di tutti gli indigeni stanziali e di quelli che tornano per la stagione estiva, nonché dei malcapitati turisti. Chi ha fame di virus, basta nuotare qui, per farsene un’abbuffata, dopo avere sudato le sette camice sulla A2 per arrivare in Calabria. Con lo stesso tempo impiegato per l’autostrada sinnominata, dopo decenni e decenni non è finita, e con le stesse risorse, si sarebbero potuti edificare gli Stati Uniti, compresi ponti e grattacieli. Ma solo in Italia riusciamo in questi miracoli, per non dire di un tratto di autostrada in cima alla montagna per compiacere il defunto Mancini. Abbiamo altri tesori naturali che il mondo ci invidia e li sprechiamo, abbiamo tutto per essere una regione ricchissima e invece siamo quello che siamo agli occhi del mondo, per disoccupazione e per PIL continuate così, egregi signori e poi voglio vedere se avrete il coraggio di spedire cartoline dalla Calabria.