Calcio: Vigor, una partita che vale come una finale

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Lamezia Terme, 16 marzo - Ora o mai più. Arriva il Campobasso al D’Ippolito e per 90’ squadra, dirigenza e pubblico dovranno essere un tutt’uno. Ci sarà modo e tempo, eventualmente, per ritornare ognuno sulle rispettive posizioni, ma per questa sfida salvezza bisognerà recarsi in massa allo stadio (grazie pure ai biglietti del settore distinti per l’occasione messi in vendita al prezzo simbolico di 2 euro cadauno) ed incitare la squadra per l’intera durata del match. Bisogna farlo per questi colori,  perché perdere nuovamente il professionismo, e perderlo soprattutto ora, ad ormai poco più di un anno dalla riforma della Lega Pro,  sarebbe un colpo letale, a livello sportivo, per la terza città della Calabria.

Ognuno dovrà fare la propria parte in questa domenica di fine inverno, in primis coloro che scenderanno in campo con addosso la casacca biancoverde. Si potrà anche non vincere, ma solo a patto che ogni calciatore abbia dato tutto sul rettangolo di gioco. Dopo le ultime deludenti prove, il pubblico, giustamente, pretende di rivedere la squadra giocare col sangue agli occhi e soprattutto essere più determinata, più cattiva, nei sedici metri finali.

“Qualsiasi avversario avremmo  dovuto nell’occasione affrontare – rassicura capitan Mangiapane -  per noi sarebbe stata la stessa cosa. Certo, il Campobasso è squadra di valore che sta attraversando un ottimo momento, ma noi dobbiamo obbligatoriamente vincere. Dobbiamo mettere in campo tutto quello che non abbiamo  dato nell’ultimo periodo. Come gara, è sicuramente più importante del ritorno play-off  con la Paganese. Qui rischiamo tutti quanti, ed in primis la città, di perdere il professionismo. Mi auguro, perciò, che la gente capisca la delicatezza del momento e ci stia vicino per 95’, poi a fine gara, se avremmo giocato male, che ci fischi pure. Ma, ripeto, sarà importantissimo che i tifosi ci sostengano costantemente durante l’intero arco dell’incontro. Da parte nostra, metteremo in campo tutta la rabbia accumulata in queste ultime due partite”.

Stavolta bisogna cambiare definitivamente registro. “Quando si parte per determinati obiettivi e poi ci si ritrova a dover lottare per altri, - prosegue il fantasista di Alcamo, ma oramai lametino d’adozione -  è ovvio che qualcosa si è sbagliato. E’ mancata un po’ cattiveria e, forse, inizialmente c’è stato un pizzico di presunzione  dettato dall’essere una squadra che la scorsa stagione aveva fatto 80 punti. Poi è venuta sicuramente meno quel pizzico di fortuna che l’anno scorso ci aveva (prima della gara al Ceravolo, rimarchiamo noi ndr)  magari  accompagnato e che invece ora ci sta tornando tutta dietro come un boomerang”.

A chi gli chiede se il gruppo è consapevole di dover vincere anche per rinsaldare la panchina del proprio allenatore, Benedetto Mangiapane risponde facendo notare come “il mister sta con me da tre anni, per cui non credo proprio ci sia bisogno di ribadire la stima che c’è tra noi due ed in generale tra l’intero gruppo e lui. E poi non sarebbe solo una sconfitta del mister, ma di tutta la squadra. Dobbiamo vincere, perciò, per salvare innanzitutto la faccia. Fermo restando che non penso rischi in ogni caso, avendo dimostrato di possedere dei valori umani importanti, prima ancora che calcistici. In questo momento è poi normale che siamo tutti in discussione, a partire dal sottoscritto e dagli altri calciatori più “anziani”, chiamati a dare quel qualcosa in più per uscire da questa situazione di classifica diventata via via sempre più difficile e nella quale, personalmente, a Lamezia non mi ero mai ritrovato a fare i conti. Avendo sempre lottato per obiettivi più importanti o comunque più tranquilli”.

Nel match d’andata, in terra molisana, e nella successiva sfida interna col Fondi, maturarono sei punti preziosi, frutto di tre calci piazzati dello stesso Mangiapane (a cui il pubblico del Selvapiana riservò addirittura una standing-ovation al momento della sostituzione):  due insaccati direttamente e l’altro ad imbeccare lo stacco vincente di Gattari. L’estroso centrocampista vigorino stava ormai carburando definitivamente prima del brutto infortunio, alla caviglia, rimediato a Pontedera e che l’avrebbe costretto ai box per oltre due mesi. Nonostante questo contrattempo, è sempre lui il cannoniere  principe della squadra, a conferma della forte sterilità offensiva evidenziatasi in questa tribolata stagione.  “Questo aspetto la dice lunga purtroppo. La trasferta di Campobasso segnò per noi una sorta di svolta dato che, allora come adesso, eravamo reduci da un periodo difficile che ci aveva messo tutti in discussione. Fortunatamente sfoderammo una grande prestazione portando a casa l’intera posta, e questo a prescindere da chi ha segnato o meno. Anche stavolta abbiamo una grande voglia di rivalsa e tanta rabbia in corpo. Anche perché sono convinto che, qualora riusciremo a battere i molisani, - conclude Mangiapane - avremmo fatto un passo avanti decisivo verso la salvezza”.

Ventitre gli elementi per l’occasione convocati da Massimo Costantino. Vi figura anche Zampaglione il quale andrà in panchina soltanto qualora non avvertirà fastidi nel corso del provino che sosterrà nelle ore immediatamente precedenti il fischio d’inizio. Seppur a sua volta non al top, per via dell’affaticamento muscolare accusato nell’amichevole in famiglia di giovedì, sarà invece regolarmente in campo Marchetti.

 

PROBABILE FORMAZIONE  (4-2-3-1): Forte; Rondinelli, Marchetti, Gattari, Crialese; Giuffrida, Giacinti; Mangiapane, Catanese, Longoni; De Luca. Allenatore: Costantino

 

Ferdinando Gaetano

 

I 23 CONVOCATI PER LA SFIDA SALVEZZA COL CAMPOBASSO

PORTIERI: Forte, Zelletta, Cerreti
DIFENSORI: Cascione, Crialese, Gattari, Marchetti, Monopoli, Pirelli, Saccà
CENTROCAMPISTI: Cerchia, Ferrara, Giacinti,Giuffrida, Mangiapane, Martino, Rondinelli
ATTACCANTI: Catanese, Cirianni, De Luca, Di Maira, Longoni, Zampaglione

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