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C’è un gran parlare delle liste con alcuni impresentabili a detta di certi mass-media e non solo. Stefano Folli, editorialista de la Repubblica ha scritto la sua opinione in proposito: “personaggi controversi”. Matteo Renzi, presidente del Consiglio, ha usato l’aggettivo “imbarazzanti”. Rosy Bindi, come presidente della Commissione Antimafia, ha deciso di fare lo screening ai candidati, indagando specialmente il “rapporto tra mafia e politica, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive”. Roberto Saviano si era espresso in maniera inequivocabile riguardo ad alcuni protagonisti campani sollecitando Raffaele Cantone ad assumere una posizione chiara. Il presidente dell’Autorità Anticorruzione non se l’è fatto ripetere due volte e ha risposto in maniera netta. Del resto aveva già denunciato nel 2010 su I Gattopardi (Arnoldo Mondadori Editore) l’attenzione e l’interesse della camorra per le campagne elettorali. Lo ha ribadito ne Il Male Italiano, pubblicato nel marzo di quest’anno (Rizzoli Editore). Riteniamo utile riportare il brano: “I partiti... davanti ad ogni caso di malaffare delegano tutto alla magistratura... ma stabilire l’idoneità di un soggetto a partecipare all’attività politica non dovrebbe essere compito dei pm... la selezione preventiva dei candidati la dovrebbero svolgere i partiti i quali, in caso di errore, possono ricorrere ai propri codici etici e allontanare un esponente che si è rivelato disonesto... [Ma] i codici etici rischiano di diventare solo uno strumento di facciata... Ci sono comportamenti che pur non avendo rilevanza penale, sono molto gravi sul piano politico. Posso capire che un amministratore pubblico accusato di abuso d’ufficio non patrimoniale resti in carica in attesa della sentenza definitiva, ma mi riesce difficile credere che una persona che frequenta un pregiudicato per reati di mafia sia idonea a fare politica, anche se il codice penale non vieta simili legami” (pp. 99-100). A chi ama il gioco del calcio e non vuole che sia infetto, consigliamo di leggere FOOTBALL Clan, uscito nel 2012, sempre di Cantone per Rizzoli Editore, dove si evidenzia che “il gioco più bello del mondo” può diventare oggetto di desiderio della delinquenza organizzata “per favori, affari, consensi”. Il suo libro-inchiesta muove da “un atto d’amore” per questo sport, lui che, come noi, giocava a pallone negli anni dell’infanzia spensierata, assaporando pure nel ricordo quei momenti di felicità. Desidera allora che sia ripulito da contagi malavitosi. Nel testo cita campioni famosi di qualche anno fa del Napoli insieme a personaggi altrettanto “famosi” della camorra. Un centravanti d’altri tempi della Lazio protagonista di operazioni oscure per l’acquisto della società. E combine esisterebbero anche al Centro, al Nord e in provincia. Noi che negli anni ’60 e ‘70 leggevamo anche i giornali sportivi e ci emozionavamo quando divoravamo la bella penna di Gianni Brera su il Guerin Sportivo ogni tanto restavamo stupiti, se saltava ai nostri occhi qualche articolo di partite chiacchierate. Non ci volevamo credere perché eravamo innamorati del calcio allo stesso modo di Raffaele Cantone. E come gli innamorati traditi che non hanno occhi, continuavamo a cantare: “Ti stai sbagliando. Chi hai visto non è Francesca!”, imitando Lucio Battisti. E purtroppo ci sbagliavamo noi! Negli anni ’80 entrarono negli stadi le camionette della Polizia e della Guardia di Finanza. Nel corso dei decenni altri brutti episodi, fino alle ultime notizie che riguardano anche la nostra città e il resto dell’Italia. Buona lettura.