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Le spiagge sono deserte. Si riempiono solo al Sabato e alla Domenica. Se non ci fossero le feste, alcuni lidi sarebbero già chiusi. I commercianti definiscono lo Stato, ironicamente, il loro socio perché è colui che si prende molti soldi dalle loro entrate. Poi c’è chi cerca di non pensare uscendo la sera e dimenticando lo stress a cena o con lunghe passeggiate sul lungomare di Falerna. Le giornate sono sempre più calde come le notizie dei giornali. E i lettori si dividono in coloro che si fanno gli affari, loro, magari, evitano di commentare per una questione di etica e altri che è meglio non definire.
I filosofi insegnano. Per questo la cultura serve. Mentre Socrate è seduto in una piazza, un uomo gli si avvicina, in preda a visibile eccitazione.
“Buongiorno Socrate, sai cosa ho appena saputo?” “No”, risponde il saggio, “come potrei saperlo?”
L’uomo, impaziente di condividere il suo segreto, si accinge a raccontare la sua storia. Ma Socrate lo interrompe:
“Aspetta un momento! Prima di cominciare, puoi dirmi se hai fatto passare ciò che vuoi riferirmi attraverso i tre setacci?”.
“I tre setacci?”, chiede l’altro stupito. “Ma non so di che cosa
stai parlando!”
“Il primo setaccio è quello della bontà.
Quello che vuoi raccontarmi è una cosa buona?”.
“Ebbene, non ci avevo pensato. Aspetta,,, no, non credo che Si possa dire che si tratta di una cosa buona”.
“Allora, continua il filosofo, se non è una cosa buona, l’hai almeno fatta passare per il secondo setaccio, quello della verità? Quello che vuoi dirmi è vero?”
“Devo confessare che non ne sono sicuro”, risponde l’altro sempre più imbarazzato. “L’ho saputo da un amico che l’ha sentito anche lui da…”
“Quindi non sai se è vero”.
“No, per dirla sinceramente, non ne so nulla “. Socrate allora continua:
“Se quello che vuoi dirmi non è una cosa buona, né sicuramente vera, almeno passa attraverso il terzo setaccio? E’ utile che io venga a saperla?”
“Insomma, non credo che sia davvero utile”, risponde l’altro, a disagio.
“Allora ascolta! Se quello che vuoi dirmi non è una cosa buona, né vera, né utile, preferisco non ascoltarla”.