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Con estrema naturalezza e precisione abbiamo assistito al gol più bello della storia del calcio. Al dodicesimo del secondo tempo di una partita di calcio di Champions League, martedì all’Allianz Stadium di Torino, c’è stata la storia del calcio mondiale. Il giocatore, (come lo ha definito Zidane, un vero marziano e a mio modesto avviso con Lionel Messi tra i più forti del mondo) Cristiano Ronaldo, ha segnato con gioiello in rovesciata al 19’ del secondo tempo. E si è reso conto che la prodezza era perfetta solo quando la tifoseria avversaria si è alzata in piedi per una standing ovation, mentre il suo allenatore, Zinedine Zidane, anche lui artefice di un simile capolavoro ai tempi in cui era calciatore si è messo le mani in testa e ha esultato guardando stordito la panchina da vero francese. In eleganza e silenzio.
E in seguito ha definito la prodezza il più bel gol della storia. E facendo ricerche troverete che Ronaldo aveva segnato allo stesso modo in rovesciata durante gli allenamenti della squadra. Un altro campione come Zlatan Ibrahimovic ha aggiunto dopo aver visto il gioiello che saliva a 2 metri e mezzo di altezza che avendo fatto parte anche lui della schiera dei giocatori dal gol in rovesciata. Ha aggiunto che avrebbe dovuto compierlo da 40 metri. Lui lo fece da questa distanza. Cosa ha colpito anche il mondo dello sport e non solo su questo campione portoghese che guarda sempre in cielo per ringraziare che non disdegna mai gli autografi ai bambini, e anche a chi invade il campo è sempre gentile e umile. E che va nei reparti di oncologia e di malattie terminali dei bambini per portare un sorriso e dei regali.
Ha colpito la sua umiltà. Ha colpito che dopo aver forse esultato in modo fanatico davanti la curva dell’altra squadra, si è reso conto che aveva esagerato e con una mano sul cuore ha ringraziato per l’applauso che i tifosi avversari a bocca aperta hanno rivolto a un campione di umanità oltre che del calcio stellare come nel mondo solo lui e Messi sono in grado di portare negli stadi.