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Alcuni professionisti vanno in Brasile almeno due volte al mese. Maschi. Forse per il clima, forse perché hanno velleità calcistiche e vogliono trascorrere del tempo nelle favelas per capire come si fa a diventare giocatori di calcio. O magari per le temperature, o per visitare sempre la stessa meta perché magari, si sono trovati bene. Altri preferiscono mete più lussuose come le capitali europee e con le nuove rotte, magari si organizzeranno per cambiare aria e conoscere nuove realtà. Altri preferiscono le città di moda italiane sulla cronaca rosa per i locali, i ristoranti e le belle donne.
Ma non erano le parigine le più belle? Altri preferiscono le isole caraibiche ma solo, e rigorosamente con la moglie. Anche perché lì vanno tutti in coppia e a meno che non si voglia esportare anche lo scambio…come invenzione del luogo. I manager rampanti di alto livello al nord-Italia scelgono l’Alaska, il Polo nord, sempre con le consorti come meta per rilassarsi. Arriverà anche nella piana che i professionisti dopo il Brasile, Copenaghen, Milano e le Mauritius? Ho i miei dubbi. Queste sono le uniche che rimangono soggettive e non subiscono contaminazioni.