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Circola nell’aria un lieve vento di invidia maschile. Mi dicono le mie lettrici. Che sarà mai? L‘invidia maschile già di per sé non avrebbe molto senso perché da sempre sono le donne a esserlo tra loro. Ora invece i signori della terza, quarta, o quinta città della regione (non si è ancora capito, e dipende dalla testata che cita la notizia a che livello sia) soffrono di una leggera forma di invidia. In quale settore? Bellezza, ricchezza, successo o potere? No, le risposte sono state le più diverse da parte delle lettrici. Si vantano, chiedono notizie sulle donne come una mini inchiesta di Renato Mannheimer. “Quella com’è?” “Ci sta?” “Ci sei stato?” “Ci andrai nei tuoi sogni?”. Ma la maggior parte dei maschi “de casa nostra” non ammette di essere invidioso. Ipocrisia, voglia di non competere o di non somigliare alle “femmine?”. Anche perché analizzando gli eventuali fattori da cui potrebbe scaturire l’invidia da quello estetico (o sei bello o non c’è niente da fare!) al versante money… eh! Beh! Non sarei molto convinta che non siano invidiosi di chi ne ha tanti… E ritengo che superino in percentuale quella che riguarda la sfida con le donne.
Sul versante successo questo tassello può essere collegato a quello della sfida-donne o meglio del saperci fare con il sesso femminile. Mi spiego: nella maggior parte dei casi dopo aver raggiunto un buon traguardo nella carriera, il più delle volte questa è una spinta per poter essere più sicuri con le (definite da loro) “aggressive” donne. Arriviamo al dato del potere. Chi ha il potere, a mio avviso, non ha interesse per nessun altra cosa quanto per questa magica parola. E solitamente chi lo detiene, attira molto di più il genere maschile. Poi c’è l’aspetto della forma fisica. Ma quello è da sempre un fattore passeggero e per di più giovanile. In tanti si fissano su questo versante ma poi si rendono conto che gli altri fattori, elencati prima, hanno più valore nella società sia per loro stessi che per le femminucce. Quindi questa invidia maschile la si può constatare solo quando si chiede a un professionista un parere su un altro. Il diplomatico ne uscirà con “E’ una brava persona ma non lo conosco abbastanza!” Il mezzo invidioso: “Non sa mettere due frasi di seguito!” Quello stra-invidioso: “Non mi dire che ti interessa?” Quando è uno normale (intendo con questo termine, genere maschile inguardabile) “E’ una brava persona, non ti fermare sull’aspetto fisico!” Della serie: “A questo ha portato la parità dei diritti. A diventare peggio di noi donne!” Complimenti, sorpasso alla Sebastian Vettel.