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Ha ragione il fondatore del movimento degli eretici, Massimiliano Capalbo: la borsa del turismo di Milano, la famigerata BIT, e’ un po’ come Sanremo, Natale o Pasqua, o Ferragosto o la Befana. Esiste cioe’, c’e’, non c’e’ dubbio alcuno, e ogni anno ci propina dunque la solita passarella (proprio come a Sanremo appena concluso), in cui i vari governanti della Calabria e di tutte le altre Regioni si presentano e ci dicono quello che e’ andato bene ma poco su quello che non e’ andato e poco su quel che si fara’.
Anche quest’anno e’ andata cosi’, con Oliverio e tutti i dirigenti della Regione (questi ultimi peraltro sono sempre gli stessi da ben oltre un ventennio, per cui a quel tavolo della tradizionale conferenza stampa da 30 anni l’unico elemento di novita’ e’ dato, anno dopo anno, proprio dal cangiante Presidente) che ci hanno informato sulle magnifiche e progressive sorti di un comparto decisivo ai fini del decollo della Calabria.
Il rapporto del sistema informativo turistico sembra chiaro ma ovviamente mancano gli stimoli concreti e contingenti che devono venire dagli operatori e dalla politica. Il problema del turismo in Calabria continua, infatti, ad essere clamorosamente sottovalutato da decenni a questa parte (con buona pace di quegli ultraventennali dirigenti della Regione!) e non puo’ bastare questa vetrina della Bit-Sanremo-Natale-Pasqua-Ferragosto per metterci una toppa.
Ci vuole invece un lavoro silenzioso ma operativo, di rete, serio, con operatori ed enti locali, una reale valorizzazione del nostro patrimonio, l’avvio di contatti veritieri con l’estero per portare masse di turisti e non singoli ed episodici viaggiatori. E poi tutto il lavoro sulle infrastrutture, sulla professionalita’ degli operatori, sulla stagionalita’, sul territorio, sul raccordo con la cultura e tanto altro ancora.
Tutto pero’ , lo ripetiamo, in rigoroso silenzio e senza questa inutile grancassa della Bit, che anzi serve solo a confondere le acque e le idee. Come suggerisce il prof.Emilio Becheri (massimo esperto italiano nel ramo, docente di Economia turistica a Firenze) le regioni del Sud dovrebbero fare squadra con un’integrazione con tutti gli enti che operano nel settore. Il turismo calabrese aspetta silenzioso questa svolta epocale.