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"Il quadro economico del Mezzogiorno è impressionante, per 13 milioni di abitanti delle regioni del sud siamo al livello della Grecia" - lo ha affermato Massimo D'Alema presentando nei giorni scorsi a Bari il primo numero del 2015 della rivista Italiani/europei, dedicato integralmente "a rilanciare un dibattito culturale sul tema dimenticato del divario economico e sociale del Sud che invece è bene che torni a combattere per il proprio futuro". D'Alema ha fatto un discorso importante ed ha parlato di classe politica meridionale "acquiescente e allineata nei confronti del potere, auspicando che invece essa torni a esercitare il suo ruolo dialettico nei confronti del governo nazionale che oggi, certo, non spinge per lo sviluppo meridionale". Nel corso della sua analisi D'Alema ha ricordato come il punto di svolta della crisi dell'intervento pubblico italiano verso il Mezzogiorno sia coinciso con "l'avvento del centrodestra berlusconiano e leghista che era nordista e antimeridionale e la destra borghese meridionale sostenne queste politiche confermando la sua tradizionale vocazione di correre in aiuto dei vincitori". Invece "pur analizzando autocriticamente certi errori, i governi dell'Ulivo una politica meridionalista la ebbero anzi si toccò la punta più alta del dopoguerra proprio quando, nel biennio 2000-2001, si arrivò a destinare al Sud il 42% delle risorse nazionali, assai meno di quanto si destini oggi, e i risultati negativi del crollo degli investimenti pubblici è sotto gli occhi di tutti".
"Qualche settimana fa – ha proseguito D’Alema - Renzi ha detto che vuole creare un Ministero per il Mezzogiorno, non è detto che poi lo faccia davvero ma io ritengo sarebbe assai utile. Credo però che si dovrebbe accrescerne il potere con una delega per intervenire sulla coerenza meridionalistica di tutte le politiche pubbliche di investimenti che promuove il Governo, dall'Università alla Scuola, all'Anas, Ferrovie eccetera. Se le classi dirigenti regionali del Mezzogiorno non sanno spendere i Fondi Europei si punisca loro e non le popolazioni del sud che vengono private di risorse" e tale ruolo sostitutivo, secondo D'Alema, potrebbe essere svolto da un ministro per il Mezzogiorno.