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Mons.Nunzio Galantino, segretario della Cei e vescovo di Cassano allo Jonio, ha annunciato – come ormai è noto - la visita del Papa a Cassano, il centro del Cosentino in cui è stato ucciso il piccolo Cocò Campolongo, barbaramente assassinato assieme al nonno e alla sua compagna. Papa Francesco, subito dopo la strage, ricordò il sacrificio del bimbo di 3 anni durante l'Angelus ma è assolutamente clamorosa la decisione della visita che “vuole essere l'occasione – ha detto mons. Galantino - per chiedere, guardandoci negli occhi e dopo averlo fatto per iscritto, di essere "compreso" e "perdonato" e, come egli stesso mi ha ripetuto più volte giovedì mattina, per "chiedere scusa”.
“È stato il Papa stesso – ha proseguito il segretario della Cei – a dirmi quale motivo lo porta a farsi pellegrino nel nostro territorio. Innanzitutto mantenere la parola e quindi dare seguito a quanto egli stesso aveva scritto ai sacerdoti, consacrati e fedeli della diocesi di Cassano allo Jonio. Il Papa verrà per incontrare la comunità di credenti che testimonia il Signore risorto nel territorio della nostra diocesi. Accanto alle motivazioni immediate che hanno provocato questa visita, la presenza del Santo Padre è un segno forte e concreto della vicinanza del Signore a un territorio – il nostro – che sente forte il bisogno di essere "confermato nella fede" e recuperato in maniera sempre più forte a una vita degna di essere vissuta. Gli episodi che hanno recentemente insanguinato in maniera efferata il nostro territorio, l'ultimo, la morte violenta di padre Lazzaro, sono solo la spia eclatante di un disagio che attende risposte. E la nostra Chiesa non può limitarsi, come ho già detto in particolare ai sacerdoti, a contare vittime o a celebrare funerali. La passione con la quale papa Francesco sta testimoniando e traducendo in pratica il Vangelo non lascia alibi a nessuno. Tutti, come singoli e come comunità, dobbiamo 'metterci del nostro' perché questa nostra terra sia realmente una terra benedetta. E lo sarà nella misura in cui i credenti per primi sentiranno forte la passione di testimoniare Gesù. Se nonostante le tante forme di presenza religiosa il nostro territorio è costretto a registrare ancora violenza, sopraffazione, corruzione e disagi di ogni genere, vuol dire che il modo in cui noi, come Chiesa, viviamo, non tocca i bisogni veri e non incarna in maniera coerente il Vangelo che ci è stato affidato”.
Ma mons. Galantino non si e’ limitato ad annunciare la visita del papa. Sentite cosa ha detto: “La visita del Papa non può e non deve rappresentare un capitolo di spesa ingiustificata né per la Chiesa diocesana né per le amministrazione comunali, in particolare per quella di Cassano. Per questo chiedo che non si proceda a interventi di maquillage occasionali, tesi solo a rendere la città e il percorso presentabili agli occhi del Papa e del suo seguito. Se si prevede di realizzare qualche intervento, deve trattarsi di interventi strutturali e duraturi per il bene della città. Se proprio vogliamo realizzare qualche intervento che faccia ricordare con riconoscenza la visita del Santo Padre, si studi fin d'ora il risanamento di parti della città nelle quali è ancora oggettivamente difficile vivere in maniera sicura e dignitosa. Anche se il Santo Padre non dovesse passare attraverso quei vicoli, sarebbe bello poter dire, ad esempio, che il risanamento di una parte del centro storico o l'illuminazione di una parte di esso sono stati realizzati in occasione della visita del Papa. A nessuno è preclusa la possibilità di contribuire, nei modi e a seconda delle possibilità personali, alle spese che certamente comporterà la visita del Santo Padre. A patto però che tutto venga regolarmente registrato e reso pubblico da parte di un comitato preparatorio. E poi, a patto che ci sia la consapevolezza da parte di eventuali donatori che il proprio contributo non dà diritto a trattamenti di preferenza o a prime file. Colgo questa occasione per invitare a tenersi alla larga dalla tentazione di promettere trattamenti di favore o posti privilegiati a chicchessia. Né venite a chiederli a me. Gli unici privilegiati saranno gli ammalati e quanti da tempo vengono seguiti dalla Caritas diocesana. La prima fila è per loro”. Parole sante.