Lamezia Terme - “La denuncia che il Direttore Generale dell’ASP, dottor Gerardo Mancuso, ha presentato alla Procura della Repubblica, sostenendo che “dietro il movimento contro la chiusura del Servizio Trasfusionale dell’Ospedale di Lamezia vi siano pressioni di privati” nonché che nella gestione dello stesso Servizio Trasfusionale vi siano ‘irregolarità, malandrini che hanno gonfiato le fatture’, è assai grave”. Così si esprime il dottor Sebastiano Sofi, ex primario del Servizio Trasfusionale dell’Ospedale di Lamezia, dopo le dichiarazioni del direttore generale dell’Asp della provincia di Catanzaro, Gerardo Mancuso, durante la conferenza stampa tenutasi lunedì.
Le affermazioni di Mancuso, sulle fatture gonfiate e sugli interessi di privati sul Centro trasfusionale sarebbero gravi, secondo Sofi, “principalmente perché intromette nel mondo delle attività trasfusionali, caratterizzato dalla volontarietà e dalla gratuità della donazione, il dubbio degli interessi personali di singoli, di associazioni e della stessa struttura. Il dubbio su un fenomeno, - continua l’ex primario - che negli anni difficili del reclutamento fu molto presente nelle nostre zone e che è oggi scomparso dopo anni ed anni di proficua collaborazione tra donatori, associazioni di volontari della donazione e Servizio trasfusionale, rischia di minare alla base la straordinaria solidarietà dei Donatori di sangue del lametino”.
“Ancora oggi, - aggiunge - dopo anni di difficoltà ed ostacoli frapposti alla gestione del Servizio Trasfusionale e che hanno portato alle consecutive dimissioni di tutti i Sanitari del Servizio incaricati temporaneamente della direzione, la fidelizzazione dei donatori di sangue consente al nostro Servizio Trasfusionale di stare molto al di sopra della media regionale per la raccolta di sangue e tra i primi della Regione. Perciò, mentre la denuncia segue il suo corso, il Direttore Generale dica con chiarezza di che si tratta e chi riguarda. E soprattutto rassicuri che tutto il ciclo, che va dalla raccolta alla trasfusione, sia immune non solo da fatti penalmente rilevanti, ma anche da irregolarità amministrative”.
Secondo l’ex primario, “l’unico processo che genera fatturazioni nel Servizio Trasfusionale è quello del rimborso-spese per la raccolta di sangue da parte dell’AVIS, inviterei la suddetta benemerita associazione a render pubblico se vi sono stati o vi sono contenziosi o anche fatti più gravi”.
“Fatta questa chiarezza, - aggiunge - bisogna dire che la denuncia niente ha a che vedere con i mancati adempimenti per adeguare alla normativa il nostro Servizio Trasfusionale: il “frigorifero” ancora non c’è, né si può sapere quando sarà possibile disporne; mentre i provvedimenti scattati il 31 luglio 2014 cominciano già a produrre gli effetti sul plasma, che non potrà essere utilizzato per essere ceduto all’industria e comunque nessuno dei provvedimenti pregiudizievoli emessi risultano essere ritirati o sospesi. Peraltro la denuncia alla Procura della Repubblica non serve nemmeno ad attivare gli adeguamenti richiesti dalle visite ispettive effettuate nel corso del 2013 e necessari per ottenere il definitivo accreditamento del Servizio Trasfusionale entro il 31 dicembre 2014, adeguamenti che al momento non sono neanche iniziati.
E si tratta di adeguamenti complessi che riguardano modifiche alla struttura, acquisizione di strumenti mancanti, incrementi del Personale Medico e Paramedico in una struttura in cui il Direttore Generale ha tagliato anche il posto di primario, che andrebbe rapidamente ripristinato. Per di più sono adeguamenti che, dopo essere stati realizzati, devono dopo essere tutti validati dalla commissione che li ha prescritti”.
“Inoltre non è noto - continua Sofi - per quale tipo di accreditamento il dg ha fatto richiesta. Perché, se si accreditasse un Servizio Trasfusionale per come previsto nel decreto n. 58/2014 firmato dall'ex Presidente Scopelliti e allo stato invalido, il Servizio Trasfusionale del nostro Ospedale finirebbe per essere praticamente chiuso dal 1 gennaio 2015”.
“Alle dichiarazioni di intenti devono, quindi, seguire atti concreti e mirati, in sintesi, a modificare:
- la parte normativa della riorganizzazione del sistema trasfusionale contenuta nel, per ora non valido decreto n. 58/2014, che prevede per il nostro Servizio Trasfusionale una attività di sole 6 ore giornaliere, 8-14, cioè praticamente la chiusura, ripristinando la previsione di un servizio operativo H24;
-la parte degli adempimenti prevista dalla circolare emessa il 31 luglio ’14 dai Dirigenti dell’Assessorato, tutt’ora non revocata, contro i quali c’è per il momento l’ordinanza del Sindaco di Lamezia e che andrebbero completamente rivisti, anche perché la condizione del servizio trasfusionale di Lamezia sembra comune alla maggioranza dei servizi trasfusionali della Regione;
-la parte relativa alla pianta organica del Personale Medico, riattivando almeno il posto di Primario".
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