Lamezia Terme - Come ogni sei mesi, la Direzione Investigativa Antimafia pubblica la relazione semestrale sull’andamento delle attività della criminalità organizzata ed i successi conseguiti nella lotta alle mafie durante l’arco di un semestre. L’ultima pubblicazione, ripresa da tutti gli organi di informazione tra cui il Lametino, parlava di un forte e perdurante legame della ‘ndrangheta con gli enti locali che emergeva dalla relazione medesima della Dia per quanto riguarda il semestre Luglio/Dicembre 2013. Ed a ben guardare, infatti, il capitolo riguardante la ‘ndrangheta e la Calabria, emerge quanto espresso.
Nell’incipit della relazione semestrale riferita alla Calabria si legge come “in continuità con il primo semestre, anche nella seconda metà del 2013 le emergenze investigative hanno avvalorato il grave e persistente rischio di infiltrazione mafiosa negli enti locali calabresi. Anche nel periodo in esame, infatti, sono state portate a conclusione alcune indagini di particolare rilievo, che hanno, tra l’altro, disvelato i legami e le contiguità di amministratori e funzionari pubblici infedeli con cosche ‘ndranghetistiche radicate sul territorio calabrese”. A suffragio di tali affermazioni, nella relazione della Dia si legge in particolare come “nel catanzarese, altre attività investigative hanno messo in chiaro rapporti e connivenze tra esponenti delle istituzioni, professionisti e cosche mafiose”. Tra gli esempi chiaramente citati c’è anche la città di Lamezia. La Dia spiega come proprio nella città della piana lametina “nell’ambito dell’operazione Perseo sono emerse connivenze tra esponenti della cosca Giampà, esponenti politici locali e un parlamentare, indagato per scambio elettorale politico-mafioso”. la relazione della Dia, in una nota specifica sia la data dell’operazione (26 luglio 2013) “in Lamezia Terme, nei confronti di sessantacinque persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa e altro”.
Vi.Ci.
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