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Abbiamo perso due anni. E' questo il leit motiv del momento. Da parte di molti. Ora che si cerca di tornare alla normalità e tanti dimenticano di ringraziare che ne so Dio, la Provvidenza o chi Maometto, si iniziano una serie di lamentele e lagne che fanno parte dell' essere umano dalla sua creazione. Da Adamo che aveva cercato compagnia. A oggi con il recuperare i due anni persi per la pandemia. Persi? O siamo stati salvati? Ora è tutto tempo perso. Se un rapporto finisce, se non fai sempre qualcosa di costruttivo H24. E se vai in vacanza? No perché in quel modo ti rigeneri per poi ripartire. Se ti fermi a parlare con qualcuno perdi tempo. Se stai al sole a prendere il sole perdi tempo. Se vai in palestra o a fare jogging no per alcuni, si per molti. Se dormi molte ore la vita scorre e tu dormi. Ma la pelle e la salute ringraziano. Quindi il motore di ricerca del nostro pensiero anziché Google dovrebbe chiamarsi "recupero dei due anni". E i lati positivi (come sempre) sono stati rimossi? Il pensare a sé stessi, la lettura di libri e giornali, conoscere realtà on line prima sconosciute, capire l'importanza della buona alimentazione e dell' utilità dello sport e degli amici. Ricordarsi che si è fortunati a avere delle comodità che facciamo fatica a ricordare ogni giorno. Però finite le restrizioni, buttate mascherine e guanti inizia la rimozione e si corre a recuperare il tempo perduto? O erano mesi di esperienze? Ma da sempre insegnava Vico, ci sono e ci saranno i corsi e ricorsi storici. E l uomo è poco ricettivo
Che poi, se vogliamo dirla tutta...per tanti l'abitudine è il sale della vita. Per gente nella media intendo orari, abitudini consuetudini quindi con i famosi due anni "persi" si saranno ritrovati come il gatto senza baffi. E le abitudini possono destabilizzare la psiche. Poi voltando pagina e soggetti anche i vizi hanno le loro date e luoghi. E per alcuni possono creare ansie lacune voraginose e moti d ira. Ma questi si "recuperano" con gli interessi. E aumentano anzi a dismisura per sopperire alle precedenti mancanze. I meji (come direbbero a Roma) sono coloro che si adeguano a tutto. Pandemia, mi adeguo, guerra mi adeguo, crisi isteriche altrui mi adeguo evitando i soggetti portatori di nervi e iracondi. I precedenti casi, possono anzi devono essere affrontati. Se si possono evitare le calamità umane, tipo ignoranza grettezza chiusa mentale invidia cattiveria gratuita, si evade fisicamente e mentalmente. Se invece esiste un virus a livello mondiale o una guerra, ci si deve adeguare alle restrizioni e anzi si dovrebbe aiutare il prossimo a affrontarle.