Lamezia Terme – Per il Ministero dell’Interno i diretti responsabili dello scioglimento sarebbero l’ex sindaco Paolo Mascaro e gli ex consiglieri comunali Giuseppe Paladino e Pasqualino Ruberto.
Saranno proprio loro tre ad essere chiamati a rispondere in Tribunale su una loro possibile incandidabilità alle prossime elezioni. L’udienza è fissata per il 22 febbraio alle 11,30 e a darne notizia sul suo profilo facebook, per il proprio conto, è stato l’ex primo cittadino, ribadendo la sua fiducia nella magistratura ma anche il suo “cristallino operato di contrasto continuo alla criminalità organizzata”.
E’ di certo un’ulteriore pesante tegola che va a cadere sulla testa di Mascaro a seguito dello scioglimento del consiglio comunale. Proprio lui che da quando è arrivata la decisione del Ministro Minniti ha portato avanti la sua linea difensiva, parlando di un vero e proprio colpo al cuore della democrazia e annunciando ricorso al Tar.
La sentenza della Corte di Cassazione
Eppure, secondo il Ministero dell’Interno, Mascaro, Paladino e Ruberto sarebbero i diretti interessati dello scioglimento, stando anche a quanto recita l’art. 143 del Tuel: “Per gli amministratori responsabili delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento è prevista l’incandidabilità nella tornata elettorale successiva che deve essere disposta dal tribunale competente per territorio”. Potrà quindi essere negata loro candidatura alle prossime elezioni regionali e amministrative, e di questo dovranno discuterne in Tribunale proprio il 22 febbraio.
La Corte di Cassazione, con sentenza del 21 marzo 2016, stabilisce infatti che “l’art. 143, 11 comma, T.U.E.L., laddove dispone che detti amministratori “non possono essere candidati alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, che si svolgono nella regione nel cui territorio si trova l’ente interessato dallo scioglimento, limitatamente al primo turno elettorale successivo allo scioglimento stesso”, deve essere interpretato nel senso che la candidatura è preclusa per il primo turno elettorale di ciascuna delle predette elezioni successive allo scioglimento”.
La posizione di Ruberto e Paladino
Il nome degli ex consiglieri comunali Ruberto e Paladino era prevedibile, in quanto già interessati da precedenti provvedimenti. Nel corposo dossier di 240 pagine redatto dalla commissione d’accesso, ci sono interi capitoli dedicati anche ad altri ex consiglieri comunali e assessori della Giunta Mascaro, ma il Consiglio dei Ministri si è principalmente focalizzato su di loro.
Più pagine vengono dedicate alle già note vicende giudiziarie che hanno coinvolto Pasqualino Ruberto, ex assessore al bilancio nella consiliatura 2002 sciolta per infiltrazioni mafiose, ex presidente dalla Fondazione Calabria Etica e candidato a sindaco per la tornata elettorale del giugno 2015. Pasqualino Ruberto sedeva tra i banchi dell’opposizione quando è stato arrestato nell’inchiesta “Robin Hood”. Ruberto è tornato poi in libertà nel maggio 2017, ma lo stesso però, figura anche tra gli indagati, insieme al candidato della sua lista Giuseppe Paladino, nell’ambito della già nota operazione “Crisalide” contro la cosca Torcasio-Cerra-Gualtieri.
Giuseppe Paladino, candidato nella lista a sostegno di Pasqualino Ruberto ed eletto a giugno 2015 vice presidente del consiglio comunale, era poi passato prima con il gruppo misto e poi con il gruppo “Patto per Lamezia” tra le fila della maggioranza che sosteneva il sindaco Paolo Mascaro. Paladino, come Ruberto, risulta indagato per concorso esterno in associazione mafiosa per aver avuto contatti con la cosca durante il procacciamento dei voti e l’attacchinaggio. Insieme al padre Giovanni (consigliere nel 1991 quando l’Ente fu sciolto per infiltrazioni mafiose), secondo quanto emerso, sarebbe andato a caccia di preferenze proprio all’interno del “fortino” dei Torcasio, accompagnato da Antonio Miceli, considerato dagli inquirenti il reggente della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri.
Possibile incandidabilità anche per l’ex primo cittadino
Totalmente diversa invece la posizione dell’ex sindaco Mascaro, anche lui chiamato a comparire in Tribunale per una sua eventuale incandidabilità. A suo carico, all’interno del dossier, non si rilevano precedenti. La commissione d’accesso si sofferma principalmente sul possibile conflitto d’interesse legato al duplice ruolo avvocato-sindaco rivestito durante il suo mandato.
Alessandra Renda
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