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Non a tutti piace andare al mare. E non bisogna storcere il naso su questa riflessione. I motivi possono essere diversi e non per tutti hanno la stessa natura. C’è chi con il passare degli anni si dirige verso la montagna per ritrovare sé stesso e c’è chi preferisce rimanere in città perché non sopporta il caos e c’è chi punta il dito per partire per mete lontane e staccare dalla quotidianità e dal mare vicino casa. Succede che con il passare degli anni si cambi idea, a meno che non si è costretti dalla carenza di vitamina D. Può succedere che inizia a dare fastidio l’afa perché ci si sente appiccicati di sudore e non si sopporta la sensazione della salsedine. O magari dopo anni di nottate in discoteca, a un certo punto ci si irrita per il rumore in spiaggia e per l’assordante musica che ripete il fastidioso tormentone con troppi decibel. In parte è perché sei ingrigito e in parte perché quando sei stanco non sopporti il minimo rumore. Non solo ti viene l’ansia e gli attacchi di panico al sol pensiero di indossare il costume, a meno che non hai trascorso 10 ore al giorno in palestra negli ultimi sei mesi e ora ingrigito non vedi l’ora di sfoggiare il tuo triste fisico rimpolpato di muscoli.
Poi inizi a non sopportare l‘iter di preparazione per la discesa a mare che comprende dagli orari meno nocivi per non ricevere problemi alla pelle. E inizia lo stress della lista delle cose da mettere nella borsa contenente un mondo di precauzioni solari, cibo bevande creme libri e cambi di costume. Un mini trolley travestito da maxi borsa di paglia del mare. Ma anche se non fosse una questione di ingrigimento di capelli e di pelle e di scatole sarebbe di stress a tutte le età per il contatto della sabbia con la pelle per evitare l’intenso fotodanno. E poi ci sono le paure delle meduse, del mare sporco e del sole troppo intenso, anche perché a un certo punto tra la tintarella appariscente da anni ‘80 e qualche centinaia di rughe in meno opti per l’ombrellone a tutte le ore o a non scendere in spiaggia per il pensiero degli accorgimenti da attuare a posteriori. Pensi a tutto quello che hai speso per appianare i solchi e segui il tuo meraviglioso dermatologo che ti ordina come un dittatore dalle 8 alle 11 e dalle 16 in poi l’esposizione al sole. Poi il fattore capelli, anch’essi danneggiati e che devi spendere uno stipendio per recuperarli, aggiungi le urla dei bambini e i repressi sul bagnasciuga che devono giocare a racchettoni dopo che tutto l’inverno si sono stravaccati sul divano con la playstation. E se sono nordici si spostano di metri dal tuo ombrellone quando chiedi di mettersi distanti, se sono terru’n di qualche millimetro e ti guardano da boss mafioso da pizzino mormorando qualcosa contro di te che capisci e che eviti di replicare a tono per non essere fucilata in spiaggia.
Per il resto si può amare il mare e non sopportare la folla sia nelle spiagge libere che negli stabilimenti balneari. In molti, preferiscono andare all’alba per il mare pulito e per evitare i discorsi del vicino di ombrellone, e chi preferisce l’autunno. Inoltre, alle persone nervose, aumenta il nervosismo a mare. Aggiungi la sabbia che scotta e che molti da sempre optano per il mare di settembre. L’importante è che si ami a prescindere dalla frequentazione.