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Tra l’altro ieri e ieri, dalla vicenda di Villa san Giovanni alla maxi operazione di Vibo, emerge una cosa al di là ed oltre gli esiti giudiziari che ci saranno nel tempo: uno spaccato desolante, lo ripetiamo oltre e al di la’ le singole posizioni che saranno chiarite nel prosieguo dell’inchiesta, nel pieno rispetto della presunzione di innocenza. Desolante come ha avuto modo di dire il procuratore di Reggio, Giovanni Bombardieri, a proposito dell’indagine su Villa. È del tutto evidente, infatti, che questi terremoti giudiziari avranno delle ripercussioni nella gia’ travagliata e complicata storia delle candidature alle elezioni regionali del prossimo 26 gennaio.
Anzi: a 10 giorni esatti dalla data della presentazione delle liste, non era chiaro nulla prima e non è chiaro ancor più oggi. tutto si è complicato e a nessuno puo’ sfuggire il riflesso che tutto cio’ ha su questa storia delle regionali. La veritàè che la Calabria dovrebbe fare i conti fino in fondo con la pervasita’ della ‘ndrangheta, che in molte aree – il vibonese è una di queste – è ormai un sistema di governo a tutti gli effetti.
Magistratura e forze dell’ordine fanno il loro compito ma è chiaro, anzi è chiarissimo, che occorre altro, molto altro da parte di istituzioni, politica, società civile, imprenditoria, cultura, professioni. Le dimensioni dell’operazione di ieri - che parte tutto sommato da una minuscola provincia che è più piccola di un quartiere di Roma o Milano - fanno emergere un quadro drammatico e soprattutto il problema dei problemi che rimanda ancora una volta la palla a politica ed istituzioni: la bonifica sociale del territorio. E’ un compito che spetta a tanti soggetti. Senza tutto questo c’e’ un destino gia’ segnato.