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E’ una sensazione di fastidio, paura e insofferenza. Sembra esplodere dal silenzio e poi arriva lo squillo o la vibrazione del tuo simpatico cellulare e magari attivi il silenziatore sperando che la persona dall'altro lato del telefono non insista come uno stalker...e speri che si stanchi e chiuda dopo poco. La speranza che ti invade nei pensieri di questo rumore e che l'altra persona desista o che tu lo mandi a quel paese senza rispondere. Ma purtroppo non sempre è cosi, purtroppo, e non sempre succede.
A volte a telefonare siamo proprio noi...e se per qualcuno risulta un piacere, per altri è un fastidio. È una questione di preferenza, perché il comunicare è sostituito ormai da post da messaggi e da vocali. Non riusciamo a controllare i ritmi e la direzione che può creare la telefonata. I tempi di risposta sono diversi da quello del messaggio. E’ più difficile articolare le risposte anche perchè nella telefonata ci sono elementi utili dal tono a quelli di elaborazione. E si aggiunge la platea di ansiosi che vivono con terrore di tutte le suonerie, dal citofono al telefono al traffico. Il termine ansia è sempre presente (come il primo della classe all interrogazione,) perché sempre vicino alla catastrofica pandemia.
E’ il dato di poter essere raggiunti in tutti i momenti della giornata, è dovuto anche al tempo lavorativo dilatato, che ha decretato una maggiore fatica psico/fisica. La scarsa preferenza per le telefonate è un problema perchè inibisce la nostra attività professionale o personale. In quanto se mi rifiuto di rispondere al telefono penso che potrei perdere occasioni di confronto importanti, ma esiste anche il dato che potrei perdere il controllo se non riesco a gestirle. Sarebbe preferibile contestualizzare il disagio perché se reagisco con fastidio o fatica e stanchezza dalla prima telefonata quotidiana, è diverso se accade alla decima.
Si dovrebbero stabilire delle regole che permettano di staccare il cellulare e di non essere raggiungibile h24 sette giorni su sette per poter riconquistare la nostra autonomia con un uso consapevole del telefono per ciò che è importante. E non come il segnale di una richiesta sociale che consideriamo insostenibile o un obbligo perché se ci sentiamo costretti a rispondere, il nostro sistema di calma interiore sarà perennemente minacciato e di conseguenza la nostra amata/odiata ansia spiccherà sempre il volo. Se poi non sappiamo come fuggire a questa schiavitù si può sempre simulare una segreteria telefonica ( come fece Glenn Ford nel film “Angeli con la pistola”) o imitare la voce, (inesistente) della nostra collaboratrice domestica straniere. Nella vita la creatività e una piccola dose di ironia ti possono salvare la giornata dai piccoli fastidi.