Lamezia, ripresa politica all’insegna dell’incertezza: centrodestra a caccia di intese e centrosinistra ancora diviso

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Lamezia Terme - Ripresa politica settembrina apparentemente sottotono a Lamezia. Nel senso che, se si esclude l'attesa per la convocazione del prossimo Consiglio comunale entro il 30 settembre per approvare il Bilancio consolidato, si assiste in questa fase - contrariamente alle settimane precedenti anche a quelle agostane - ad una sorta di silenzio assordante che in politica quasi sempre precede colpi di scena o uscite più o meno ufficiali. In realtà, sotto traccia, come si dice in gergo, si lavora. Si lavora intanto nel centrodestra per cercare di smussare o, se si preferisce, accorciare le distanze che separano Fratelli d'Italia dal sindaco Paolo Mascaro, candidato in pectore anche in vista della prossima tornata primaverile. Così come si lavora per cercare di trovare punti convergenti tra Forza Italia e Lega. Insomma, nella coalizione che guida la Regione Calabria, a Lamezia si tende a non arrivare disuniti all'appuntamento delle elezioni comunali che rappresentano un momento di grande importanza, sia dal punto di vista economico per gli investimenti previsti (in itinere e in prospettiva), e sia dal punto di vista della stabilità amministrativa. Un conto è avere delle coalizioni divise e divisive, altra cosa per il bene della città, aggregazioni che remano dalla stessa parte. Già gli elettori sono poco propensi ad andare a votare, se percepiscono chiaramente le diversità causate da velleità di singoli e dalla dispersione delle stesse forze in campo, maturano ancora di più l'idea che andare a votare non serve. Grave per la democrazia e grave per il futuro di Lamezia.

Nel centrodestra di recente Rosy Rubino è passata da Azione a "Noi Moderati" e altri, fra quanti eletti con liste civiche nel 2019, potrebbe accasarsi nei partiti di centrodestra. Mimmo Gianturco (gruppo Misto), ma ormai vicino al presidente del Consiglio regionale, vista la nomina nella struttura di Mancuso, dovrà scegliere e certamente se la Lega decidesse di sostenere Mascaro non potrà tirarsi indietro. Si attendono poi le determinazioni dei consiglieri Pino Zaffina, Enrico Costantino, Danilo Gatto e Davide Mastroianni. Insomma, la candidatura di Mascaro attende in sostanza di essere "sorretta" da tutto il centrodestra che in quanto a liste potrebbe, come da tradizione, avere molti candidati "portatori di voti".

Dall'altra parte, nel centrosinistra, regnano ancora di più incertezza e approssimazione. Sembra improvvisamente calato il silenzio su incontri allargati, annunciati o anche solo invocati. Dopo l'ultima assemblea del Pd, il partito rimane ancora diviso e non si ha contezza delle decisioni dei vertici provinciali e regionali. Quasi come se volessero lavarsene le mani. Il messaggio che arriva dai vertici sembra essere "vedetevela voi", e questo nonostante le recenti dichiarazioni di Nicola Irto che ha messo come priorità le elezioni di Lamezia. Nei fatti tuttavia ciò non si vede, se è vero come è vero che le divisioni ci sono ancora. Il tema caldo, naturalmente, è il nome da mettere in campo che dovrebbe "scalzare" Mascaro da via Perugini. Di recente, Gianni Speranza ha proposto (dopo che nessuno aveva preso in considerazione la sua idea di fare un sondaggio), lo svolgimento delle Primarie di coalizione alle quali, ha detto l'ex sindaco, "bisogna pensare in tempi rapidi. Questa è la strada - ha affermato - e bisogna gestirle con molta correttezza e con saldi principi etici evitando qualsiasi infiltrazione...". Primarie da svolgersi "per gli inizi di dicembre...". Sarà accolta questa proposta? Cosa significa infiltrazione? E chi resta fuori dalle Primarie è disponibile a candidarsi nelle liste o "sparirà" senza dare il proprio contributo?

Purtroppo, dopo anni e anni di resoconti politici e di cronaca, abbiamo sempre assistito al "fuggi fuggi" di quanti, perse le Primarie, si sono defilati piano piano. È evidente che la volontà di arrivare alle Primarie di coalizione deve essere davvero condivisa da tutti, senza accampare poi scuse del tipo: "ma è mancata l'unità", "è mancata la sintesi", "il candidato è arrivato in ritardo, non è stato da tutti condiviso" e bla bla bla, così da arrivare ancora una volta a più candidature che, come nel 2019 per non andare troppo indietro, hanno contribuito alla sconfitta del centrosinistra solo per meri interessi personali.

A. C.

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