Lamezia Terme - Per iniziativa delle associazioni Gioacchino Murat di Pizzo, Decennio francese e Centro europeo studi murattiani è stato presentato all'UNITER di Lamezia il libro dello storico lametino Vincenzo Villella intitolato Joachim Murat. La vera storia della morte violenta del re di Napoli. Dopo l’introduzione del presidente Italo Leone, che ha sottolineato il valore storiografico del volume, ha preso la parola l’autore che ha innanzitutto evidenziato lo scopo della sua ricerca: consentire ai lettori di trasferirsi senza muoversi nel periodo napoleonico, di partecipare emotivamente alle vicende dell’esistenza di Gioacchino Murat, alle sue leggendarie imprese e, soprattutto, al dramma finale della tragica settimana di ottobre 1815, che segnò la fine del re di Napoli.
Questo è possibile grazie al fatto che il libro è stato costruito sulle testimonianze dirette dei protagonisti ricavate dai documenti e dalle memorie manoscritte di alcuni attori di quel dramma. Villella ha poi sintetizzato il contenuto delle 4 sezioni in cui è articolato il volume a partire dal ruolo avuto dalla città di Pizzo nella cattura di Murat. Poi la biografia del re Gioacchino, da mancato prete a re di Napoli, la folle impresa per riconquistare il regno perduto, la trappola tesagli dal governo borbonico, lo sbarco a Pizzo il processo farsa, la fucilazione, la presunta decapitazione. Villella ha poi illustrato tre relazioni di generali murattiani sui tragici fatti di Pizzo, da lui tradotte dal francese, e le iniziative di Murat per trasformare il regno di Napoli da regno feudale a Stato moderno. Ha concluso il suo intervento sul ruolo di Murat come protomartire del Risorgimento italiano. Su questi ultimi due temi ha offerto ulteriori contributi il presidente dell’Associazione Gioacchino Murat dr. Giuseppe Pagnotta il quale poi ha lungamente esposto le varie iniziative storiche per individuare e recuperare le spoglie di Murat, che si trovano nella fossa sotto il pavimento della chiesa matrice di S. Giorgio a Pizzo. Il corpo di Gioacchino vi fu gettato la sera del 13 ottobre 1815 dopo la fucilazione avvenuta nel castello, alla fine di un processo farsa voluto dal re di Napoli Ferdinando. Il dr. Pagnotta si è poi soffermato sulle opere eseguite da Murat in Calabria: strade, porti, ponti, acquedotti, scuole elementari maschili e femminili in ogni comune, cimiteri, illuminazione pubblica. Infine ha illustrato le varie iniziative che avranno luogo a Pizzo nel mese di ottobre per ricordare la figura di Murat soprattutto con la rievocazione storica dello sbarco, dell’arresto, della condanna e della fucilazione di Gioacchino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA