Lamezia Terme - Sarà in scena sabato 29 marzo alle 21 al Grandinetti, nell’ambito della Stagione di Prosa di AMA Calabria, la commedia “Pirandello Pulp” con Massimo Dapporto e Fabio Troiano e la regia di Gioele Dix. Ci parla di questa interessante e divertente riscrittura di Pirandello, realizzata da Edoardo Erba, uno dei suoi protagonisti, Massimo Dapporto, molto noto al grande pubblico per le sue esperienze sul grande e sul piccolo schermo, che racconta la sua passione inestinguibile per il teatro, la sintonia con il pubblico calabrese, e i risvolti comici di uno spettacolo tutto da scoprire.
L’esperimento di metateatro che è questo spettacolo dimostra come Pirandello possa essere reinterpretato all’infinito, finanche in versione pulp. Qual è la caratteristica che gli permette di prestarsi al gioco, con dei risultati così sorprendenti?
Lo spettacolo è in realtà una riscrittura de “Il gioco delle parti” di Pirandello – con inserti di “Pensaci, Giacomino!” ed “Enrico IV” –, una riscrittura in chiave moderna. Si parte dall’inizio, dalle prove a scena spoglia di questa commedia, in cui compare un tecnico delle luci, declassato dal regista ad elettricista a causa della sua ignoranza. Il tecnico è del tutto digiuno di teatro pirandelliano, ma mentre lavora e mentre il regista gli spiega quello che vuole esattamente realizzare, comincia a farsi un’idea – piuttosto volgare, ad essere sinceri – e finisce per imporla. Stravolge così completamente i rapporti fra i personaggi – la protagonista, il marito e l’amante –, cosa che ingenera un grosso divertimento. Il tecnico si esprime con un linguaggio che definirei pasoliniano, ma non se ne rende conto, perché appunto è di un’ignoranza abissale, e nonostante questo diventa lui il regista dello spettacolo.
Lei ha una carriera straordinaria, ha fatto tanto cinema e televisione, anche come doppiatore. Cosa le regala tornare ogni anno a teatro a recitare dal vivo, in tournée? Perché continua a farlo?
Lo faccio tutti gli anni, da sempre, soprattutto per la gratificazione del riscontro diretto di un pubblico: la gente partecipa, viene a trovarmi in camerino, si complimenta, ringrazia per la bella serata. Tutto questo lo devo sicuramente anche alle cose che ho fatto in tv: essendo stato protagonista di diverse pellicole, la gente mi riconosce, e i produttori teatrali mi chiamano perché richiamo pubblico. In realtà, di per sé, fare televisione non dà una soddisfazione altrettanto immediata: bisogna aspettare mesi che il film esca, e non c’è rapporto con la gente. Quanto al cinema, è un piacere farlo con un regista in gamba, che ti aiuta a conoscere meglio te stesso, che ti supporta tecnicamente. Ma tutto quello che realizzo, lo riverso nel teatro.
In questo lavoro abbiamo un tecnico delle luci che diventa regista e viceversa. Com’è stato il rapporto di scena fra voi interpreti, siete entrati in sintonia? Che tipo di scambio c’è stato?
Io e Fabio Troiano ci siamo trovati subito bene, fin dal primo giorno, anche se abbiamo una differenza d’età di circa vent’anni, e lui potrebbe essere mio figlio. Forse perché l’età che mi sento dentro si aggira sempre sui trenta/quarant’anni: infatti con i miei coetanei non mi trovo, mentre con Fabio tutto perfetto. Anche adesso che lo spettacolo è rodato, continuiamo a lavorare sui personaggi, sulle singole battute, è una continua sperimentazione, che si gioca nel rapporto col pubblico, come se fosse un attore aggiunto. Ѐ lui che dà i tempi, i ritmi, le risate, i silenzi: te ne rendi conto dalle prime battute se è attento, ed è su quello che bisogna lavorare.
Lei era già stato a recitare in Calabria e a Lamezia Terme? Che immagine ha di questa terra?
A me piace da morire. I calabresi sono caldi, calorosi. A teatro, se devono ridere ridono, a differenza che in altri posti, dove si contengono molto di più per paura di disturbare – in Sicilia, ad esempio. La reazione positiva invece fa sempre piacere, e quindi mi fa piacere tornare, mangiare in Calabria, vedere il mare dalla Calabria. Recitando ho girato un po’ tutta Italia, quindi so quello che dico.
Giulia De Sensi
© RIPRODUZIONE RISERVATA