La stagione di raccolta dei funghi nei boschi del Lametino: i consigli per una ricerca sicura su specie tossiche e pregiate

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Lamezia Terme - L’autunno è appena iniziato, e con i primi freddi e le prime piogge si apre ufficialmente la stagione ideale per la raccolta dei funghi. Una stagione attesa da molti: appassionati, buongustai, amanti della montagna e delle passeggiate all’aria aperta. Ma attenzione: non tutti, non sempre, e soprattutto non senza alcune conoscenze di base, possono improvvisarsi esperti e avventurarsi nei boschi alla ricerca. Cosa c’è da sapere quindi, prima di valutare se è il caso di imboccare il sentiero col paniere sotto braccio? 

“Questo è il momento migliore dell’anno per sensibilizzare la popolazione sui rischi e sulla necessità di informarsi”, spiega Teodoro Gigliotti, rappresentante del Gruppo Micologico del Reventino, organizzatore di numerosi corsi e iniziative a tema, fra cui un corso di 24 ore di lezione che si terrà nella sede di Platania dal 14 al 22 ottobre, con rilascio di tessera professionale per la raccolta – una tessera amatoriale può essere rilasciata dal Comune.

“I consigli che principalmente mi sento di dare a chi va in cerca di funghi sono semplici ma imprescindibili”, spiega Gigliotti, “Innanzitutto: raccogliete solo quelli che conoscete, e che conoscete bene, e lasciate stare tutti gli altri. In secondo luogo, al termine della raccolta, se non siete abilitati, prima di consumare i funghi chiedete la consulenza di un esperto: noi siamo sempre disponibili, e potete trovarci sia presso la sede di Platania, sia contattandoci ad uno dei nostri recapiti telefonici”.

Esistono infatti attorno ai funghi alcuni falsi miti, che è bene sfatare. “Non è affatto vero che il fungo rosicchiato da un animale – la classica lumaca – sia sempre commestibile”, chiarisce ad esempio Gigliotti, “La cosa non prova nulla: sia perché l’apparato digerente dell’animale è diverso dal nostro, sia perché non sappiamo per niente che fine abbia fatto quell’animale dopo aver mangiato il fungo”. Molte specie tossiche, inoltre, differiscono da quelle commestibili per pochi particolari. Ѐ il caso del Chlorophillum Molybdites, specie tossica tropicale, diffusa da diversi anni anche nel lametino. “Ѐ molto simile alla classica Mazza di Tamburo – che invece è commestibile – e si può trovare in tutte le nostre zone collinari e di pianura” avverte l’esperto, “dalla pineta dell’area ex Sir, a Platania, a Decollatura, fino a Soveria Mannelli”.

Altre specie facilmente equivocabili sono quelle appartenenti alla famigerata specie Amanita: “L’unico fungo commestibile di questa specie che cresce dalle nostre parti è l’Amanita Alba, l’ovulo bianco o ovulo buono” continua l’esperto, “che va distinto da quelli della stessa forma e specie, ma con colorazione sull’arancione, che sono assolutamente velenosi”. Altri funghi più riconoscibili sono i porcini, di cui esistono comunque cinque diverse specie, poi i Gallinacci, le Ramarie, ma anche – se pure non tutti lo sanno – le specie ipogee, che crescono sottoterra, ovvero i tartufi. “Esistono nel nostro territorio diverse specie di tartufi, bianchi e neri, ormai schedate, che non hanno nulla da invidiare, dal punto di vista organolettico, a quelli che si trovano in Umbria o in altre regioni d’Italia”, racconta ancora Gigliotti, “ma che, come quelli, hanno un preciso calendario di raccolta”.

Per avere un’idea più precisa, Teodoro Gigliotti invita a visitare il Museo del Fungo di Platania, dove si trovano esposte in teca circa 440 specie, che è possibile raffrontare fra loro. “Il Gruppo Micologico del Reventino”, aggiunge, “organizza eventi non solo nella sede di Platania, ma anche a Cropani, Cotronei, Tiriolo, Rocca Bernarda, Mesoraca, e ovunque l’amministrazione sia sensibile al tema. I contenuti dei corsi, incentrati sulla conoscenza delle diverse specie, spaziano dagli aspetti legali, al rispetto del bosco, dell’ecosistema e della biodiversità, alla conservazione del prodotto. Il 13 ottobre, come ogni anno, per la Giornata Mondiale del Fungo, organizzeremo nella nostra sede un evento, che stavolta sarà una Mostra del Fungo, nella sala conferenze a piano terra. Il nostro Gruppo aderisce inoltre alle 3 Giornate di studio e raccolta che si svolgono ogni anno a cura del Comitato Scientifico, che raccoglie tutti i gruppi della regione”. Per finire, un remind del necessario: “Di fatto” conclude l’esperto, “per raccogliere i funghi in sicurezza, sarebbe buona norma possedere due cose: una tessera abilitante, e un cestino di vimini, entrambi assolutamente importanti, il primo per la tutela propria, il secondo per il mantenimento della biodiversità dei nostri boschi”.

Giulia De Sensi

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