© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Abbiamo da poco finito di assistere a quell’autentico capolavoro costituito dai sei episodi dei Bastardi di Pizzofalcone, superlativamente diretti dal nostro Carlo Carlei, un calabrese e un lametino doc che giovanissimo si è allontanato dalla sua Terra per avere modo di fare esaltare il suo talento, certificato in culla si può dire da Rossellini e Scorsese, anche se il suo più grande amore è sempre per il regista di Odissea nello spazio.
Quello che io auspico è che tutti i giovani calabresi di talento rimandano nella loro Terra, solo che in questa non hanno nessuna possibilità. Allora, non sarebbe meglio, quello per cui io mi sto battendo è cioè che la Regione Calabria non lasci senza alcun reddito i giovani che hanno voglia di fare e di creare? No, no e no. Si è preferito di lapidare tonnellate di risorse monetarie dalla Ue, guarda caso, in buona parte destinate ai giovani meridionali e calabresi, indirizzandole alla caccia del consenso per consolidare quelle poltrone d’oro su cui poggiano i loro posteriori i politici regionale, quando queste risorse, in un modo o nell’altro, si sono pure risolte in truffe camuffate di corsi professionali e via dicendo. Ma la stessa Ue sta al gioco, nonostante i controlli che effettua. Il risultato è questo: disoccupazione giovanile alle stelle in Calabria particolarmente, fuga dalla propria terra, famiglie private dei propri figli. Si dovrebbe fissare un giorno della memoria in Italia e nel mondo, per ricordare i milioni di calabresi costretti all’esodo, ovviamente non il 27 di gennaio, come accade per la diaspora ebraica.