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di Pino Gullà
L’anno scorso, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore generale della Corte dei Conti così relazionava: “L’elevato tasso di complicazione amministrativa del sistema italiano (…) alimenta esso stesso la corruzione”. Per l’appuntamento di quest’anno, il presidente dell’importante organo costituzionale dello Stato, con poteri di controllo in ambito giurisdizionale e amministrativo, ha detto: “La corruzione pregiudica l’andamento dell’economia della nazione”. E ancora. La Corte dei Conti lombarda, a proposito delle mazzette nel Palazzo della Regione, così si è espressa: “La piaga della corruzione è ben più grave rispetto a 20 anni fa”. Per ciò che concerne i fatti di casa nostra, dalla Procura regionale della Calabria vengono segnalati i tariffari nelle Asl senza criterio e senza controllo. In buona sostanza rimborsi elevati a laboratori e centri di ricerca privati. Sembra che non sia cambiato nulla. Anzi la situazione, per certi versi, pare che sia peggiorata. Sono proprio i magistrati a sostenerlo. E la corruzione riguarda anche il Nord. Per esempio, ci lamentiamo in continuazione della nostra autostrada (la Salerno-Reggio Calabria), dell’Anas e dei lavori che non finiscono mai. E’ citata anche nei libri degli studiosi (“Mezzogiorno a tradimento” di Gianfranco Viesti). Ma ci sono realtà amministrative problematiche pure in altre latitudini, dove meno te lo aspetti. Riportiamo uno dei tanti episodi. Nel 2004 “maxiprocesso” per corruzione nell’Anas di Milano. Rinvio a giudizio per 70 imputati su cui gravavano 80 capi d’imputazione per i seguenti delitti: corruzione, abuso d’ufficio, truffa ricettazione, riciclaggio. Sette, tra i dipendenti Anas patteggiarono la pena. “Nel 2010 la Procura presso la Corte dei Conti della Lombardia chiese ai sette funzionari corrotti 3 milioni e 400 mila euro di risarcimento in favore dell’Anas(…). Con la sentenza del 24 novembre dello stesso anno (sentenza depositata nel febbraio del 2011), la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Lombardia ha emesso una condanna d’imputazione a poco più di 2 milioni di euro come somma complessiva che riguarda l’insieme degli imputati” ( La democrazia dei corrotti, p.113). Cos’era successo? Nella moderna Lombardia si era creato un sistema orchestrato da 8 dipendenti Anas milanesi. Costoro affidavano a numerosi imprenditori (alla fine gli imputati saranno 70) la manutenzione delle strade lombarde e gli appalti delle nuove arterie. Parte dell’imprenditoria meneghina si era riunita “in una sorta di cartello”(anche nel profondo Nord esistono consorterie e comitati d’affari). Ottenevano i lavori e pagavano, puntuali, le tangenti. I funzionari Anas evitavano le gare utilizzando quanto previsto dalla legge per le frane e gli smottamenti: “La somma urgenza che non consente alcun indugio”. Abbiamo raccontato questo ennesimo fatto di corruzione anche perché c’è stata la condanna al risarcimento. D’altronde qualcosa di simile è avvenuto giorni fa in Calabria per il parco eolico di Isola Capo Rizzuto. Il Gip ha emesso un provvedimento di sequestro di beni “per equivalente” nei confronti di funzionari pubblici e politici, a proposito di una presunta tangente. In tal caso, secondo quanto abbiamo letto sui quotidiani, si parla di “presunta tangente”. Mentre per i fatti dell’Anas milanese c’è stato già il rinvio a giudizio. Per adesso corre l’obbligo sottolinearne la differenza. Comunque la misura è efficace per prevenire futuri atti corruttivi. Alla prossima occasione funzionari e imprenditori ci penserebbero due volte a prendere, con modalità disoneste, finanziamenti previsti per la pubblica amministrazione. Se si scopre che un’impresa ha messo mano illecitamente a fondi, europei e non, tramite il versamento di tangenti, vengono sequestrati entrambi gli importi. Inoltre la Corte dei Conti ha la possibilità di intervenire sui patrimoni di coloro i quali hanno commesso il malaffare: “…potrà avviare un autonomo procedimento per tutti i danni all’erario, compresi quelli all’immagine e al corretto funzionamento della pubblica amministrazione”. E’ un primo passo per recuperare le risorse sottratte allo Stato, alla comunità, all’economia pulita…in attesa di governi responsabili e sensibili al problema, in grado di legiferare in maniera adeguata ai fini della prevenzione.